Il Cavolfiore della Piana del Sele: proprietà e benefici
- Giustino Catalano
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Il Cavolfiore della Piana del Sele è una verdura tipica dell’inverno che, grazie al perfetto equilibrio dei suoi componenti, esercita una benefica azione sulla salute se consumato 2-3 volte a settimana. Grazie al suo basso contenuto di calorie (25 kcal/100 g) e al suo elevato potere saziante il cavolfiore è indicato anche nelle diete dimagranti.
Tutte le proprietà del cavolfiore della Piana del Sele
I cavolfiori della Piana del Sele sono alimenti preziosi per i loro principi nutritivi: potassio, calcio, fosforo, ferro, acido folico, vitamina C.
Contengono inoltre principi attivi anticancro, antibatterici, antinfiammatori, antiossidanti, antiscorbuto. Sono depurativi, rimineralizzanti e favoriscono la rigenerazione dei tessuti.
Il cavolfiore della Piana del Sele è particolarmente indicato in caso di diabete perché le sue proprietà contribuiscono a controllare i livelli di zuccheri nel sangue. Secondo alcuni studi americani il cavolfiore aiuta a prevenire il cancro al colon e l’ulcera e cura l’anemia. Broccoli e cavolfiori, secondo recenti ricerche scientifiche, sarebbero efficaci nella prevenzione del cancro alla prostata.
Secondo numerose ricerche chi mangia molte verdure della famiglia delle crucifere, può dimezzare i rischi di vari tumori, in particolare anche dei polmoni e del colon. Esse sono una delle principali fonti di vitamine e minerali. Il folato e il ferro contribuiscono a prevenire e curare l’anemia, alti livelli di folato riducono il rischio di spina bifida in gravidanza e sono utili per l’iper-omocisteinemia, mentre l’alto livello di vitamina C facilita l’assorbimento di ferro.
Nelle crocifere troviamo molti antiossidanti e di indoli. Quando le pareti cellulari di queste verdure vengono spezzate dal taglio o dalla masticazione, si formano composti chiamati isotiocianati e indoli. I composti isotiocianati e indoli si formano maggiormente in presenza di una certa quantità di vitamina C, quindi è importante non cuocere troppo le verdure. Sono, inoltre, ricche di potassio minerale importante per la regolazione della pressione arteriosa.
Il succo di cavolfiore contrasta raffreddore e influenza
2-3 cucchiai di succo di cavolfiore ottenuto con la centrifuga, diluito con acqua e miele contribuiscono a far guarire prima le malattie da raffreddamento.
A cosa far attenzione prima di comprare un cavolfiore
Il cavolfiore deve essere ben chiuso, compatto, con l’infiorescenza soda e senza macchie. Le foglie esterne devono essere croccanti e aderenti alla testa.
Un fiore sodo e compatto, con le cimette ben chiuse, è indice di freschezza; la superficie leggermente annerita tradisce una cattiva e prolungata conservazione.
Il cavolfiore è infatti un ortaggio delicato, facilmente deteriorabile.
Il cavolfiore in Cucina
I cavolfiori vengono in genere bolliti o cotti a vapore, gratinati, trasformati in mousse o utilizzati come condimento per la pasta o ingrediente di minestre; crudi, si conservano sottaceto o, se particolarmente freschi e teneri, si possono consumare crudi, tuttavia chi soffre di ipotiroidismo dovrebbe gustarli solo cotti, in quanto crudi contengono una sostanza che potrebbe rallentare il lavoro della tiroide.
Quasi sempre si cuociono suddivisi in cimette (si abbrevia il tempo di cottura e si riduce il cattivo odore).
I tempi di cottura variano: intero 20-25 minuti; diviso in cimette 10-12 minuti.
Una cottura eccessivamente prolungata, oltre a distruggere gran parte delle vitamine, rende i cavoli indigesti e di odore sgradevole a causa della maggiore liberazione dei composti solforati. Fondamentale è tagliare questi ortaggi in strisce sottili prima della cottura per evitarne l’effetto gozzigeno che li rende controindicati nei problemi tiroidei.
E’ importante sapere che se cotti a vapore hanno un potere fluidificanti, mentre se cotti in olio sono coagulanti ematici. La vitamina k (una vitamina liposolubile dall’effetto coagulante) diventa più biodisponibile grazie all’olio come vettore. I cibi ricchi di vitamina K ostacolano l’effetto di farmaci anticoagulanti come il Coumadin, quindi in caso di terapia con il farmaco vanno consumati sporadicamente o comunque limitati.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
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