Il clan nolano imponeva mozzarella di scarsa qualità: comprata e buttata dai commercianti
La mozzarella finisce nuovamente negli affari della camorra. Stavolta emerge dall’indagine coordinata della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che ha portato a 25 arresti che hanno sgominato il clan Sangermano dell’area Nolana, che allunga fino alla provincia di Avellino. In tal senso in una delle intercettazioni è riportato: “Il commercio di queste mozzarelle è camorra”. Stando a quanto è emerso finora, gli uomini del clan agivano utilizzando persone del posto, conosciute da coloro che erano individuati come obbiettivi. Nella vicenda della vendita delle mozzarelle «della camorra» agli esercizi commerciali, Salvatore Sepe utilizza sia Roberto Santulli che Angelo Grasso come tramite.
Insomma, ristoratori e commercianti costretti per paura ad acquistare una mozzarella del clan di scarsa qualità che non potevano servire e rivendere e che quindi finiva gettata nella spazzatura. L’attività investigativa, svolta dal 2016 al 2019, ha consentito di evidenziare l’operatività del sodalizio criminale, con base a San Paolo Bel Sito e con interessi in gran parte nell’agro nolano ed in una parte della provincia di Avellino, tendente ad affermare il proprio controllo egemonico sul territorio di interesse, anche con la disponibilità di una importante quantità di armi comuni da sparo.