Nell’area occidentale della Calabria, dove sorge il Parco Nazionale del Pollino, viene coltivato da millenni una qualità di fagiolo completamente bianco, chiamato Poverello Bianco, in dialetto locale “Fasulu povirieddu iangu”. Esso viene prodotto precisamente nell’area montana dei comuni di Laino Borgo, Laino Castello, Mormanno, Tortora e Aieta, tutti appartenenti alla provincia di Cosenza. Si tratta di un ecotipo locale di Phaseolus vulgaris L. che si caratterizza per il seme grosso di forma ovale, privo di screziature e bassa percentuale di tegumento. Secondo alcune testimonianze, il fagiolo poverello bianco veniva coltivato nei secoli passati su una superficie di 1000 Ha ed ha sfamato diverse generazioni di contadini che, a quei tempi, non potevano permettersi la carne. Addirittura, durante il Regno di Napoli questo legume, per la grande importanza assunta in quel periodo, era quotato nella borsa agricola della città. Il fagiolo poverello bianco presenta una notevole resistenza genetica alle principali malattie fungine del fagiolo, nonché una notevole resistenza agli attacchi di ragnetto rosso.
La semina
Oggi questo legume, a differenza di quanto avveniva in passato, viene coltivato su una superficie complessiva di 30 Ha. Il fagiolo poverello bianco viene seminato dopo la festa di Sant’Antonio, dunque, successivamente al 13 giugno, periodo adatto, in quanto, secondo alcuni agricoltori, permette di evitare lo sviluppo del tonchio. La preparazione del terreno avviene attraverso aratura, frangizollatura e successiva deposizione del seme in fossette quadrate disposte in file binate. Alla nascita delle piantine vengono disposti dei paletti di castagno a sostegno delle stesse. L’irrigazione viene effettuata con la tecnica tradizionale a scorrimento, mentre la raccolta dei baccelli secchi avviene manualmente tra settembre e ottobre e il legume viene consumato durante l’inverno. Il baccello di questo legume non è adatto ad essere consumato come fagiolino verde e se non si vuole attendere l’essiccatura sulla pianta, può essere raccolto quando i semi non sono completamente maturi e conservato nel congelatore.
L’impiego in cucina
Con il fagiolo poverello bianco si possono realizzare diversi piatti, quali gustose puree e minestroni. Inoltre, può essere abbinato alla pasta ed impiegato nelle insalate. Questo legume assume un gusto particolarmente sublime soprattutto se cotto sul focolare nella pignata di creta, proprio come solevano fare gli antichi contadini calabresi. Le principali caratteristiche di questo legume sono il sapore particolarmente delicato e la facilità della cottura.
Curiosità
Il Centro di Divulgazione Agricola (Ce.D.A.) n. 2 dell’Arsac di Castrovillari, in collaborazione con l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Bari, ha dato luogo a diverse iniziative finalizzate al rilancio del fagiolo poverello bianco, accrescendo in tal modo l’interesse da parte dei consumatori. Inoltre, i comuni di Mormanno, Laino Castello e Laino Borgo, in associazione, hanno deciso di istituire la Denominazione Comunale (De.Co) per questo legume, il quale, ci si auspica, costituirà un’ottima fonte di reddito per le generazioni calabresi future.
Autore
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Calabrese, ho conseguito la laurea in Giurisprudenza nel 2011 presso l’Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria e l’abilitazione alla professione forense nel 2016. Già articolista per la testata giornalistica online “Blasting News”, la grande passione per la cucina, ereditata da mio padre, ottimo cuoco ed esperto di funghi, mi ha spinta ad entrare a far parte del meraviglioso team di autori di questo sito interessante e goloso. Mi appassiona tutto ciò che riguarda l’arte culinaria e, quando mi è possibile, partecipo volentieri a fiere, manifestazioni e sagre. Altri miei interessi sono la lettura, lo sport e i viaggi. Dimenticavo: sono anche una buona forchetta!
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