Il libro della settimana. “I Biscotti di Baudelaire” di A.B. Toklas
- Giustino Catalano
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Alice Babette Toklas (San Francisco 1877 – Parigi 1967), scrittrice statunitense, divenne celebre per la sua lunga amicizia e storia d’amore con Gertrude Stein e iniziò a scrivere dopo la morte di lei.
Pubblicò dapprima due libri di ricette, il più famoso dei quali è Il libro di cucina di A.B. Toklas (A.B. Toklas’ cook book, 1954), e poi iniziò a redigere una sorta di risposta all’autobiografia di Alice B. Toklas scritta dalla Stein, rievocando a suo modo momenti e personaggi della Rue de Fleurus in “Ciò che resta” (What is remembered, 1963). Postume invece apparvero le Lettere (Letters, 1975).
“I biscotti di Baudelaire” è un libro di cucina pubblicato per la prima volta nel 1954.
Il libro presenta una raccolta di ricette della cucina francese, ma anche di altre cucine europee, che aveva raccolto nel corso della sua vita.
Il titolo “I biscotti di Baudelaire” è un riferimento ad una delle ricette più famose del libro, i “famosi biscotti di cannabis” di Toklas, che lei stessa descrive come uno dei suoi piatti più celebri.
Ma il libro è molto di più di una semplice raccolta di ricette: attraverso le pagine, Toklas ci regala anche aneddoti, ricordi e riflessioni sulla vita, sulla letteratura e sulla cultura francese.
Le ricette presentate nel libro sono spiegate in modo semplice e dettagliato, con una particolare attenzione agli ingredienti e alla preparazione.
Tra le ricette più famose ci sono il “soufflé di asparagi”, la “torta di mele di Picasso” e la “quiche alle cipolle di Matisse”, tutte ispirate dal mondo dell’arte e della cultura francese.
“I biscotti di Baudelaire” è un libro di cucina unico nel suo genere, che unisce la passione per la gastronomia alla cultura e alla letteratura. La scrittura di Toklas è elegante e coinvolgente, e le sue ricette sono un invito a scoprire la cucina francese e le sue tradizioni.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.