Il libro della settimana. “Le ricette di Petronilla”
- Giustino Catalano
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Amalia Moretti Foggia, ovvero Petronilla, era nata in una famiglia di farmacisti laica e progressista nel 1872 a Mantova ed è stata una donna di grande spessore culturale e professionale.
Dopo essersi laureata in scienze naturali a Padova nel 1895, ha conseguito tre anni dopo la laurea in Medicina a Bologna, diventando la terza donna in Italia e la prima ad ottenere la specializzazione in pediatria.
Grazie ad Eugenio Balzan, correttore di bozze e poi direttore amministrativo del “Corriere”, Amalia entrò a far parte del mondo giornalistico. Lui infatti ebbe l’idea di inserire una donna per avvicinare sempre più lettori alla rivista “Domenica”. Amalia accettò di scrivere sotto lo pseudonimo di Petronilla e in anonimato, consapevole che la sua vera identità avrebbe limitato il pubblico di riferimento.
Nonostante le sue due lauree e la frequentazione di personalità come Anna Kuliscioff e Ada Negri, Amalia riusciva a calarsi nei panni di una casalinga comune, capace di dare nozioni di igiene e medicina a chi aveva poco tempo e pochi mezzi. Grazie al suo stile leggero e ironico offriva ricette semplici e varie per aiutare le giovani mogli alle prime armi con mariti esigenti.
Con il suo lavoro Amalia ha contribuito a rafforzare il senso di valore della fatica quotidiana di molte donne, che in tempi di razionamento dovevano mettere in tavola pasti nutrienti per le loro famiglie senza ricevere in cambio neanche una briciola di gratificazione dai propri cari.
Scrisse come Petronilla oltre 800 articoli e come dottor Amal quasi il doppio. Le sue finalità furono sempre quelle di dare aiuto e sostegno a tante donne in tempi difficili.
Dagli 800 articoli fu editato un libro “Le ricette di Petronilla” la cui prefazione è la migliore delle recensioni dello stesso e che qui vi riporto integralmente e potrete reperire agevolmente in rete.
“E così, il volumetto, eccolo qua. Esso è per Voi, che avete trascurato di ritagliare ogni settimana, dalla ‘Domenica del Corriere’ il prezioso pezzetto di carta! Per Voi che, al pari di certa mia amica Damia, non avete svelta la fantasia nel saper introdurre un po’ di varietà nel quotidiano desinare e che, tanto meno, sapete preparare un pranzetto per invitati. Per Voi, che foste per anni condannate (povere figliole!) a lavori non adatti alla vostra femminilità ma che (gran fortuna!) siete di colpo passate alla dolce realtà di un sogno lungamente vagheggiato; alla realtà, cioè, della casetta tutta vostra e tutta sorrisa dall’amore di lui che amate tanto; per voi, insomma, che pur essendo profonde in latino od in computisteria, di cucina ve ne intendete veramente un’acca! Per Voi che, pur avendo, al pari di me, non troppo lauto il mensile assegno maritale, vorreste ugualmente fare buona e varia, ma all’economica, la mensa per poter così alla chetichella (senza che il marito sappia!) soddisfare anche quei certi capriccetti dei vostri figlioli adorati. Per tutte Voi, infine, che volete aver sempre alla mano, il consiglio di una vecchia e buona amica quale è la vostra Petronilla!”
Il testo è curato, e parzialmente reinterpretato, da Stefania Barzini per Guido Tommasi Editore ed è un riepilogo più stringato del primo “Le ricette di Petronilla per tempi eccezionali” edito al prezzo di copertina di 2 lire da Sonzogno Editore nel 1940, ossia in piena II guerra mondiale.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.