Il libro della settimana. The Gourmand’s Egg: a collection of stories and recipes.
- Giustino Catalano
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The Gourmand’s Egg: a collection of stories and recipes è un delizioso libro che porta i lettori in un viaggio attraverso la storia, la cultura e le tradizioni culinarie dell’uovo.
Scritto dalla chef e critica gastronomica per il New York Times e il Los Angeles Times Ruth Reichl e dalla scrittrice australiana Jennifer Higgies, questo libro è una celebrazione di uno degli ingredienti più versatili e amati nel mondo culinario.
Il libro è diviso in sezioni che esplorano diversi aspetti dell’uovo, dal suo ruolo nei piatti della colazione e del brunch al suo utilizzo nella pasticceria, nelle salse e nelle zuppe.
Ogni sezione è ricca di storie affascinanti, aneddoti e approfondimenti sulla significatività culturale dell’uovo, oltre a una raccolta di ricette che mettono in mostra la versatilità e la bontà dell’uovo.
Ciò che distingue The Gourmand’s Egg dagli altri libri di cucina è la qualità della scrittura. Ruth e Jennifer sono abili narratrici, e la loro prosa è sia informativa che coinvolgente.
Intrecciano contesto storico e culturale nelle loro ricette, rendendo ogni piatto parte di una narrazione culinaria più ampia.
Le ricette stesse sono anche uno dei punti salienti del libro.
Dai piatti classici come Eggs Benedict e Quiche Lorraine a quelli più avventurosi come Shakshuka e Scotch Eggs ce n’è per tutti i gusti.
Le ricette sono ben scritte e facili da seguire, con istruzioni chiare e utili consigli per la loro realizzazione.
The Gourmand’s Egg è un’ottima aggiunta alla libreria di ogni appassionato di cucina.
È un libro bellissimo, scritto e illustrato con cura, che celebra l’umile uovo in tutta la sua gloria.
Idoneo sia a un cuoco esperto o un novizio in cucina, questo libro ispirerà sicuramente e spingerà chiunque a sperimentare con questo ingrediente versatile e presente in tutte le case.
Altamente consigliato e da tenere in cucina assolutamente!
Brevi note sulle Autrici
Ruth Reichl è una celebre scrittrice e critica gastronomica americana.
Nata il 16 gennaio 1948 a New York, Reichl ha trascorso la sua infanzia a Greenwich Village, un quartiere bohemien della città.
Dopo aver frequentato la scuola di cucina francese Le Cordon Bleu a Parigi, ha iniziato la sua carriera culinaria come chef e proprietaria del ristorante “The Swallow” a Berkeley, in California.
Nel 1978, Reichl è diventata la critica gastronomica del Los Angeles Times, dove ha lavorato per dieci anni.
Nel 1984, è stata assunta come critica gastronomica dal New York Times, diventando la prima donna a ricoprire tale ruolo.
Durante i suoi 10 anni di lavoro al New York Times, Reichl ha rivoluzionato il mondo della critica gastronomica scrivendo recensioni di ristoranti che erano come vere e proprie storie, piene di descrizioni dettagliate dei piatti e delle esperienze culinarie che aveva fatto.
Nel 1993, Reichl è stata assunta come editrice di Gourmet, una delle principali riviste di cucina degli Stati Uniti.
Durante i suoi 10 anni di lavoro alla rivista, Reichl ha trasformato Gourmet in una rivista che non si limitava a pubblicare ricette, ma che raccontava storie su cibo, viaggi e cultura.
Dopo la chiusura di Gourmet nel 2009, Reichl ha scritto una serie di memorie e libri di cucina, tra cui “Garlic and Sapphires”, “Tender at the Bone” e “My Kitchen Year”.
Nel 2014, ha pubblicato “Delicious! A Novel”, il suo primo romanzo.
Reichl ha ricevuto numerosi premi per la sua scrittura, tra cui il premio James Beard per la critica gastronomica, e ha fatto diverse apparizioni in programmi televisivi come “Top Chef” e “MasterChef”.
Oggi, Reichl vive a New York con suo marito, Michael Singer, ed è una delle più influenti e rispettate personalità del mondo della gastronomia.
Jennifer Higgie è una scrittrice, curatrice d’arte e redattrice australiana, nota soprattutto per il suo lavoro come redattrice capo della rivista d’arte contemporanea Frieze.
Nata a Sydney nel 1971, Higgie ha trascorso gran parte della sua giovinezza a Melbourne.
Dopo essersi trasferita a Londra negli anni ’90, ha iniziato la sua carriera come critica d’arte freelance e curatrice.
Nel 1998, Higgie si unì al team di Frieze, dove ha lavorato come redattrice per diversi anni prima di diventare redattrice capo nel 2006.
Durante il suo mandato, ha dato un forte contributo alla crescita e alla reputazione di Frieze, una delle più importanti riviste d’arte contemporanea al mondo.
Oltre alla sua attività di redattrice, Higgie ha anche svolto un’intensa attività di curatrice.
Ha curato numerose mostre in gallerie e musei di tutto il mondo e ha collaborato con artisti come Annette Messager, Isa Genzken e Elizabeth Peyton.
Nel 2013, ha curato la mostra “The Vanity of Small Differences” di Grayson Perry alla National Portrait Gallery di Londra, che ha ottenuto un grande successo di pubblico e critica.
Higgie è anche una scrittrice affermata, autrice di diversi libri, tra cui “Bedlam: The Asylum and Beyond” (co-scritto con Mike Jay) e “The Artist’s Joke”.
Nel 2018, ha pubblicato “The Mirror and the Palette”, una raccolta di saggi sulla relazione tra l’arte e la vita.
Oltre al suo lavoro nel mondo dell’arte, Higgie è anche una musicista e cantautrice appassionata, e ha suonato in diverse band indie australiane.
Ad oggi, vive e lavora a Londra, dove continua a contribuire al mondo dell’arte e della cultura con la sua scrittura, curatela e altre attività creative.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.