Alla nuova rivoluzione della pizza un significativo contributo è arrivato da Caserta e provincia.
Qui è nata la cosiddetta scuola “canottieri” con Francesco Martucci , qui è tornato in auge il ruoto grazie a Pasqualino Rossi, qui si è registrato il più grande incremento di nuove pizzerie aperte con Aversa città capofila.
E mi permetto di dire, sempre più spesso, da questa provincia arrivano le belle novità in campo pizza.
Ma Caserta, prima di questa era “pizzologica” è stata la patria di pizzerie tradizionalmente napoletane, forse sul finire degli anni ’90 molto più napoletane delle napoletane stesse.
Qui gli impasti hanno per lungo tempo ricordato le pizze degli anni sessanta mentre a Napoli i primi timidi cambiamenti di impasto si presentavano all’orizzonte e di li a qualche anno, con Enzo Coccia capofila avrebbero dato il via a una serie di cambiamenti epocali scattati dal 2012 in poi.
Caserta, terra delle storiche pizzerie La loggetta da allora ad oggi ha subito un cambiamento totale con uno stravolgimento degno di una grande metropoli.
In questo panorama di pizze ad altissima idratazione e di primi timidi tentativi di alta cucina sulla pizza come quelli di Giuseppe Vitiello, Francesco Di Ceglie (del quale parlammo già QUI ) ha proseguito sulla via della pizza napoletana a Caserta.
Pomiglianese doc apre non ancora trentenne la pizzeria a Caserta nel 2017. Piccola e apparentemente fuori mano e, soprattutto, nel regno incontrastato dei canotti la pizzeria di Francesco si fa rapidamente strada nel cuore dei casertani per quella che potremmo definire la “ricetta classica” dei napoletani. Pizza buona, ingredienti semplici, poche “magie”, prezzo altamente accessibile a tutti.
Così, nello spazio di poco, sebbene abbia una fotografia che nel social ne distorce la vera anima del prodotto (per di più brandizzata con un logo non del locale, scelta comunicazionale veramente discutibile), Francesco conquista il cuore di tantissima gente e non è difficile trovare sovente la folla fuori il suo locale, senza che ciò sia frutto di “tattiche” per simulare attese e file oceaniche mentre dentro i posti sono vuoti.
Ma veniamo alla Pizza. Buona. Riconoscibile per chi, come me, di pizze in 55 anni ne ha mangiate a camionate.
Con ingredienti di buona qualità e un rapporto con il prezzo decisamente vincente.
Non mancano impasti alternativi con canapa o curcuma.
Ottimi i fritti che consiglio di prendere prima di procedere a una pizza o, se siete almeno in quattro, ad un giro pizza.
Insomma un luogo con circa un centinaio di posti dove vale la pena di andare sia per proposta che per prezzo se avete voglia di una napoletana classica di altri tempi.
Pizzeria Il Monfortino a Caserta – Via Giulia 7 – Tel. 0823.472535
Sempre aperto, domenica e lunedì solo la sera
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Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori. Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo. Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta. Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito. Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.
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