Il pizzaiolo del Cambiamento, tra nuovi orizzonti e nuove sfide

Il pizzaiolo del Cambiamento, tra nuovi orizzonti e nuove sfide

Il pizzaiolo del Cambiamento, tra nuovi orizzonti e nuove sfide

Cambiamento: non un momento, ma un’attitudine.

Perché la necessità di aggiornarsi, il desiderio di sostenibilità, il ritorno alle origini con la consapevolezza dell’oggi sono, di fatto, uno state of mind.

Tematiche cruciali, queste, emerse nel corso della kermesse organizzata da Agugiaro & Figna Molini presso il limoneto biologico di Salvatore Aceto (Amalfi) per celebrare i due anni del “Pizzaiolo del Cambiamento”, movimento fortemente voluto dallo stesso mulino e che conta ad oggi 45 iscritti.

Una tavola rotonda, dunque, attorno alla quale ragionare sull’emergenza imposta dal cambiamento climatico e lo stravolgimento dello stile di vita post COVID-19.

Una rivoluzione su più fronti, quella in atto, che detta i tempi di un “altro” saper fare, ai quali bisogna necessariamente adeguarsi leggendo nel cambiamento quella capacità d’adattamento intelligente tanto cara alle teorie darwiniane.

Consapevolezza, quindi, quale nuova lente attraverso cui rileggere il contesto attuale per ridefinire il futuro prossimo della pizzeria: valorizzazione dei collaboratori, contenimento degli sprechi, cucina circolare, uso parsimonioso delle risorse scarse, impatto ambientale della propria attività.

Nuovi diktat di lavoro per la “Pizzeria del domani”, capace di tradurre la valenza del proprio ruolo sociale in azioni concrete.

Un obiettivo sfidante, questo, per il pizzaiolo consapevole che, con il suo essere un trait d’union tra il mondo della produzione e quello del consumo, dovrà far dialogare le due sfere, trasformando l’output dell’uno in un cibo dalla natura nazionalpopolare, ma rinnovato nella sua essenza.

La pizza assume, infatti, una veste differente, nuova o semplicemente “vista con altri occhi”: quintessenza del lavoro tra i campi, narratrice di storie di vita vissuta, sintesi perfetta di scelte sostenibili, manifesto di rinuncia a consuetudini del passato.

La speranza è quella di “Un Sacco di Cambiamento”, che è al tempo stesso desiderata comune e nome del progetto di formazione avviato tre anni fa da Agugiaro & Figna, per diffondere ed infondere una nuova sensibilità tra i vari attori dell’arte bianca.

Temi trasversali che giocoforza ne coinvolgono altri, tra cui la valorizzazione delle comunità locali e del turismo enogastronomico, affrontati da taluni esponenti delle istituzioni locali e nazionali quali il Distretto turistico “Costa d’Amalfi”, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Slow Food Italia, nonché da altre aziende dell’Agroalimentare partner dell’evento: Salvatore Aceto (limoni biologici), Coppini Arte Olearia, Gustarosso, Lamberti 25°, Lympha (coltivazioni in acquaponica).

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Interessanti e variegate le testimonianze dei giovani maestri della pizza del cambiamento, presenti all’evento, quali Giulia Vicini, Giulia Zanni, Ciccio Vitiello, Denis Lovatel, Stefano Canosci, Raffaele Vitale, Guglielmo Vuolo, Giuseppe Maglione, Alexandra Horgidan, Daniele Cassese, Mario Barbato, Alfredo La Bella, Raffaele Pizzoferro, Gianni Di Lella, Nicola Monetti e Francesca Gerbasio.

Un movimento di interpreti della lievitazione tra i 22 ed i 45 anni che, fedeli allo stesso credo e condividendo taluni obiettivi, ci auguriamo possano contribuire a riscrivere il decalogo di un nuovo agire comune.

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