Il primo libro di filosofia vegetariana come stile di vita è del nonno di Dacia Maraini
- Giustino Catalano
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di Giustino Catalano
Questa la prefazione al libro “Cucina vegetariana e naturismo crudo: manuale di gastrosofia naturista con raccolta” di Enrico Maria Alliata Duca di Salaparuta, classe 1879, figlio di Giuseppe Francesco Paolo Alliata, XI principe di Villafranca, e di Maria Bazan, baronessa dei Sollazzi di Salomone e nonno della famosissima scrittrice Dacia Maraini.
“L’uomo attraverso secoli di pregiudizi ed abusi ha tradito la sua vera origine che è eminentemente frugivora come lo testimonia anche la sua dentatura.
La lenta degenerazione atavica conseguitane ha fatto sì che la durata massima della sua vita (che come riconosciuta dalla scienza) dovrebbe raggiungere i 130 anni, arriva appena alla media della metà”
“Nella Religione Cristiana vediamo come il più solenne dei Sacramenti fu simboleggiato col cibo fondamentale: il pane, ed impartito durante la cena. Dalle nozze di Canaan all’odierno convito nuziale, anche nella più modesta famiglia di contadini, l’altro Sacramento del matrimonio è stato sempre suggellato dal banchetto e così i più importanti trattati e ristabilimenti di pace tra le nazioni”
“Poi è stato dimostrato scientificamente come per ragione di maggior grado evolutivo dell’organismo umano questo può compiere la trasformazione suindicata da sé stesso ed in una maniera più perfetta che non la possa fare un organismo d’ordine inferiore come è quello d’ogni animale. Basti d’altro canto empiricamente osservare che gli animali dei quali si sono studiate le carni e trovati i detti aminoacidi sono esclusivamente erbivori. Or essi possono compiere questo processo elaborativo attraverso l’alimento di sole erbe, in miglior modo lo potrà disimpegnare un organismo d’ordine superiore attraverso un’alimentazione naturista completa. Non regge dunque l’utilità e tanto meno il bisogno di ricorrere ad un pigro e degradante parassitismo non degno della nobiltà dell’essere umano”.
L’edizione originale di questo testo, successivamente ristampato più volte, è un’opera dell’antenato del naturismo gastronomico di derivazione teosofica. Il Duca di Salaparuta era conosciuto come un buongustaio e organizzatore di simposi a base solo di verdure, ai quali partecipavano i nomi più importanti della nobiltà europea.
La sua fede vegetariana nasce dalla cultura gastronomica francese e differisce da quello promosso dal regime durante le sanzioni. Il libro raccoglie 785 ricette (che diventeranno 1030 nella seconda edizione del 1932) ispirate alle cucine regionali italiane e alle tradizioni straniere. Nella prefazione, firmata dal Prof. Giuseppe Pagano, si afferma con decisione che l’uomo deve smettere di essere un parassita senza dignità degli altri esseri viventi. Questa prefazione è in linea con la figura dell’autore, un teosofo e gastrosofo, che sosteneva fermamente il regime vegetariano e naturista, sostenendo che l’uomo potesse soddisfare tutte le sue esigenze alimentari con i prodotti offerti dalla natura e dalla sua ciclicità.
Per questo, nel suo libro, egli propone un’alimentazione basata principalmente su cereali, verdure e legumi: alimenti sani e puri che si abbinano perfettamente ad una bevanda nobile come il vino. Sembra che egli amasse organizzare feste sfrenate nella sua tenuta in Sicilia, Villa Valguarnera, e pranzi luculliani, ai quali non potevano mancare i vini provenienti dai suoi vigneti a Casteldaccia, dove si produceva (e si produce ancora oggi) lo splendido Corvo, rosso e bianco. Ma ciò che sorprendeva veramente tutti gli invitati, specialmente per quei tempi, era che tutte le portate erano vegetariane!
In una successiva prefazione il Prof. Giuseppe Pagano scriveva:
“La posizione della Scienza di fronte al problema antico della preferenza da dare ai vari regimi alimentari non mi sembra ancora definitivamente stabilita. La questione, che per molto tempo ha considerato quasi esclusivamente le sostanze proteiche, si è estesa ora al campo dei grassi, dei lipidi e delle vitamine, dimostrando che tali corpi sono notevolmente diversi in base alla loro origine e sono addirittura specifici come sono diverse e specifiche le proteine del regno animale e vegetale.”
Il Duca proponeva un’alimentazione basata principalmente su cereali, ortaggi e legumi, abbinati a una bevanda nobile come il vino.
Correva l’anno 1932 e la questione etica che oggi anima molte scelte alimentari vegetariane era già aperta anche se ancor meno compresa.
Questo articolo è stato scritto da un onnivoro.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
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