“Il vino fa male”. Beviamoci su!
- Giustino Catalano
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“Il vino fa male”. Beviamoci su! Non c’è nulla da dire. A noi italiani piace farci del male da soli.
di Giustino Catalano
Se in Europa qualcuno ci dovesse dire domani che i fabbricati antecedenti il 1980 vanno abbattuti e sostituiti ci potete giurare che salterebbe fuori il Prof. Gran Dott. Ing. Lup. Mann. Ripieno di titoloni che sosterrebbe che la tesi è valida e il Colosseo va abbattuto perché inutile, senza tetto e finestre e ricettacolo di pericolosa polvere che ci può uccidere!
Ovviamente, se le considerazioni sconfinano nel campo medico a quel punto tacciamo e lasciamo spazio a chi ne sa più di noi. Salvo poi dover assistere all’ennesimo programma nel quale si sente tutto e il contrario di tutto con massima confusione sull’argomento e pareri, tra pari grado culturale, assolutamente contrari.
Il vino fa male. Rimpicciolisce il cervello. Questa la tesi della Professoressa Antonella Viola che sul suo profilo Instagram si dà dello “scienziato” (ma non era titolo riservato solo ad alcune professioni tra le quali quella medica non compare??) e che si è più volte scontrata con il noto Prof. Bassetti che, assieme ad un altro manipolo di luminari, aveva contribuito – sempre in pareri assolutamente discordanti se non opposti – a frantumarci l’intero “apparato urogenitale” durante il periodo del Covid e delle migliaia di morti patiti dalla nostra Nazione.
Ora tutto questo clamore attorno al vino, che fino a ieri riposava nei “poetici” tini o nelle buone bottiglie presso enotecari e altro, nasce dall’ennesima azione degli irlandesi che, nel tentativo millenario di sedare la piaga dell’alcolismo d’oltremanica che farebbero bene ad annoverare tra le loro anomalie genetiche al pari della nostra mediterraneissima talassemia, hanno deciso col beneplacet di quelli che “benpensano” in UE di scrivere sulle bottiglie di vino “nuoce gravemente alla salute”.
A seguito di un precedente così pericoloso per una delle nostre voci commerciali più importanti si è temuto che qualche altro Stato potesse seguire il pessimo esempio. Ma che ti succede?
Arriva la prof.ssa Viola che ti tira fuori che il vino fa male, anzi rimpicciolisce il cervello!!!
Mi chiedo, da ignorante, ma gli antociani non facevano bene?
Va detto che la prof, ops.. scienziato, non è nuova a cose simili annoverando tra le varie pubblicazioni anche “Il sesso è (quasi) tutto” dove a seguito di ragionamenti, condivisibili o meno, muove quasi una reprimenda anche verso questa cosa. Tranquilli signori maschietti… l’abuso non rimpicciolisce nulla!
La cosa che più disturba è che questa signora, mi perdoni ma a me di chiamarla scienziato signora Viola non viene proprio, nel suo profilo social Instagram segga spesso a tavola brandendo cocktail (magari sono analcolici…) e calici di vino (magari sono solo scenici) e poi venga a fare la reprimenda facendosi pubblicità, con tanto di TV che la ospitano, desiderose di sentire i suoi assunti.
Una vita da malati per morire da sani. Buona morte Prof.
Chi ha ragione? Mio padre che da 95 anni beve vino tutti i giorni.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.