In seguito alla scoperta del pericoloso virus dell’influenza aviaria A (H5N1) nelle vacche da latte negli Stati Uniti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ribadito le raccomandazioni esistenti di consumare latticini pastorizzati anziché crudi.
In Texas, un uomo che lavorava in un allevamento di bestiame è risultato positivo al virus.
Il modo esatto in cui è avvenuta la trasmissione è ancora oggetto di indagine, ha dichiarato venerdì a Ginevra Wenqing Zhang, capo del programma influenza dell’OMS.
È il primo caso noto di trasmissione da una mucca a un essere umano.
Secondo le informazioni statunitensi, l’uomo presentava solo sintomi lievi, come gli occhi rossi che ricordavano la congiuntivite.
Secondo le informazioni statunitensi, le mucche vengono probabilmente infettate dagli uccelli selvatici.
Finora il virus è stato riscontrato solo nelle mucche da latte negli Stati Uniti.
Secondo l’OMS sono colpite 29 allevamenti in otto stati.
Le analisi del virus hanno dimostrato che non presenta cambiamenti che lo rendano più adattabile ai mammiferi, ha affermato Wenqing.
Il virus dell’influenza aviaria A(H5N1) ad alta patogenicità, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è emerso per la prima volta nel 1996, ma dal 2020 le infezioni tra gli uccelli sono aumentate rapidamente, colpendo sempre più mammiferi, tra cui visoni, foche, leoni marini e volpi.
La più grande ondata di influenza aviaria mai documentata si sta attualmente diffondendo in quasi tutto il mondo e colpendo anche l’Europa. L’OMS sta attualmente lavorando con i partner su una nuova valutazione del rischio correlato all'(A)H5N1.
Secondo l’OMS, dal 2003 sono stati segnalati quasi 900 casi di infezioni da virus A(H5N1) nell’uomo.
La metà di loro morì.
Secondo l’OMS non si può però escludere che molte più persone fossero contagiate ma non presentassero alcun sintomo e quindi i casi non sono stati scoperti.
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