Intestino irritabile? Ecco quali sono i sintomi e come combatterlo a tavola
- Loreto Nemi
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Intestino irritabile? Ecco quali sono i sintomi e come combatterlo a tavola. La sindrome dell’intestino irritabile è una malattia piuttosto comune, tra il 10% e il 20% ne soffrono, in particolar modo le donne.
Si tratta di una malattia ad andamento cronico che può essere tenuta sott’occhio grazie a una terapia sintomatica, vorrà dire in base ai sintomi che il paziente riscontra.
Tra i sintomi abbiamo: dolori addominali, meteorismo e irregolarità intestinale.
Chi soffre di questa patologia spesso lamenta anche di pancia gonfia, stipsi o diarrea, ma anche fiacchezza.
Tante le possibili cause dell’intestino irritabile, tra queste: la diarrea del viaggiatore ma anche intolleranze o allergie alimentari, alterazioni della microflora batterica intestinale e stress psico-fisici.
La diagnosi è clinica e si basa su criteri internazionali che classificano la sindrome in varianti diverse, a seconda del tipo di disturbo prevalente (ad esempio diarrea, stipsi, misto e aspecifico).
Dietro la sindrome dell’intestino irritabile può nascondersi anche una variazione del microbioma, ovvero i miliardi di batteri che popolano l’intestino.
Presenti nell’intestino molti batteri.
Nel momento in cui si altera la sua composizione, ovvero la qualità e la quantità delle specie presenti nella flora batterica intestinale, si può alterare anche la regolarità intestinale.
Esiste un legame invisibile fra l’intestino e il cervello?
La risposta affermativa proviene da uno studio cinese pubblicato sulla rivista scientifica Plos One.
I ricercatori hanno identificato in questa sintomatologia un fattore di rischio per il disturbo bipolare.
Lo studio ha analizzato un campione di 30mila abitanti di Taiwan su cui è stata riscontrata la sindrome dell’intestino irritabile.
Rispetto al gruppo di controllo, in questo insieme di pazienti l’incidenza del disturbo bipolare era maggiore (più del doppio).
Pur sottolineando la necessità di ulteriori studi che confermino questi risultati, secondo i ricercatori la sindrome dell’intestino irritabile incrementa il rischio di sviluppare negli anni disturbo maniaco-depressivo con alterazioni dell’umore.
Chi soffre della sindrome dell’intestino irritabile deve seguire un dieta varia e stare lontano dalle abbuffate. Inoltre, deve evitare di mangiare i cibi che, “fermentando”, favoriscono la comparsa dei sintomi. I cibi “no” vanno sotto l’etichetta Fodmap, “Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols”, ovvero oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli, micronutrienti dal potere fermentativo. Sono alimenti ricchi di zuccheri che, una volta digeriti, restano nell’intestino richiamando acqua.
La loro sovra-fermentazione è ciò che causa i disturbi.
Intestino irritabile? Ecco quali sono i sintomi e come combatterlo a tavola. La sindrome dell’intestino irritabile è una malattia piuttosto comune, tra il 10% e il 20% ne soffrono, in particolar modo le donne.
QUALI CIBI EVITARE:
Frutta: mango, anguria, susine, pesche, mele, pere, nashi (o pera-mela);
Frutta secca: pistacchi e anacardi;
Verdura: asparagi, cipolla, aglio, porri, asparagi, barbabietola, cavolo verza, mais dolce, sedano;
Latte e suoi derivati: yogurt, formaggi a pasta molle, crema pasticcera e gelato;
Ancora, legumi, cereali come segale, grano, quindi pane, pasta e biscotti.
Sono da evitare le bevande gassate e zuccherine.
Intestino irritabile? Ecco quali sono i sintomi e come combatterlo a tavola. La sindrome dell’intestino irritabile è una malattia piuttosto comune, tra il 10% e il 20% ne soffrono, in particolar modo le donne.
QUALI CIBI MANGIARE:
Frutta: banana, arancia, mandarino, uva, melone;
Frutta secca: mandorle (massimo 10 pezzi), semi di zucca;
Verdura: zucchine, lattuga, pomodoro, cetrioli, carote, erba cipollina, fagiolini;
Ancora, carne, pesce, pollo, tofu, formaggi a pasta dura e prodotti caseari senza lattosio; avena riso, quinoa, prodotti senza glutine.
Gli alimenti consigliati comprendono le fibre, seppur in quantità ridotta, e fra queste sono da prediligere le verdure a foglia piccola e con pochi filamenti. Durante la stagione estiva dove la frutta altamente “zuccherina” regna sulle nostre tavole, è molto difficile vietarla completamente.
Il mio consiglio è sempre quello di limitare la quantità, consumarla lontano dai pasti o almeno un’ora dopo pranzo o cena e di utilizzare l’estrattore di succo che è un’ottima alternativa.
Dietista, Nutrizionista, Specialista in Scienze della Nutrizione Umana, Perfezionato in Fitoterapia. Docente al corso di Laurea in Dietistica e al Master di I e II Livello in Nutrizione dell’Università Cattolica di Roma (Policlinico Agostino Gemelli). Docente e Cultore della Materia in Endocrinologia e Nutrizione Umana presso Scienze Motorie, Università Cattolica Milano. Riceve presso lo studio medico di Roma, via di San Pancrazio 7A. Telefono: 06 96 70 18 88 – loretonemi@gmail.com – Sito web – Facebook