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Irene Cavallaro vince la prima edizione del Dulcis in Sicily

Irene Cavallaro vince la prima edizione del Dulcis in Sicily

Dulcis in Sicily, il nuovo contest organizzato da Cronache di Gusto (testata on line) e pensato per valorizzare i pasticceri under 35, si è svolto in occasione della più ampia kermesse di Taormina Gourmet.

La giuria tecnica d’elezione, composta da Giuseppe Amato, miglior pasticcere da ristorazione al mondo 2021.

Carlo Passera, giornalista di Identità Golose; Giuseppe Leotta, presidente dell’associazione Conpait (Confederazione pasticcieri italiani), si è riunita l’1 ed il 2 dicembre scorsi presso l’Hotel Splendid La Torre di Mondello.

Una due giorni golosa, dunque, che ha visto alternarsi ai fornelli sei concorrenti: Claudio Adelfio, Beatrice Anzà, Mario Cortese, Irene Cavallaro, Melania Arcidiacono e Vincenzo Armenia, alle prese con quattro principali materie prime isolane, quali ricotta di pecora, mandorle, pistacchi e nocciole.

La scelta degli ingredienti, lungi dall’essere casuale, è per contro una rappresentazione enogastronomica dell’antica mappatura della Sicilia, realizzata durante la dominazione araba.

Ed infatti, la ricotta di pecora è la materia prima principe dalla pasticceria nella Val di Mazara, le mandorle nella Val di Noto, i pistacchi e le nocciole nella Val Demone.

A sorprendere il pubblico e gli esperti, la nouvelle vague della pasticceria isolana.

Ormai nelle mani di giovani che rileggono con abilità le ricette della tradizione, valorizzando materie prime d’eccellenza e conferendo una eleganza contemporanea a dessert dal sapore antico.

Dulcis in Sicily è stato realizzato con il contributo della Regione Siciliana, assessorato alle Attività Produttive, nell’ambito dell’avviso pubblico “Sicilia che piace” 2024.

Autore

  • Classe 1987, dopo una laura in Economia e Finanza ed un parallelo percorso in ambito enogastronomico, Manuela Mancino si specializza nella consulenza all’Ho.Re.Ca., ad aziende di produzione e nella selezione di cibi e vini. Da sempre appassionata di food&wine, traccia i profili della propria figura professionale in età adolescenziale, con l’obiettivo di acquisire le competenze necessarie ad impiantare l’assetto strategico, gestionale ed operativo degli operatori di settore. Tecnico assaggiatore di numerose materie prime (dal vino all’acqua, dai formaggi alla pasta, passando per i salumi), si dedica in maniera peculiare allo studio del settore olivicolo, divenendo Sommelier di olio, assaggiatore di olio e di olive da mensa. Con all’attivo la partecipazione a diversi panel e giurie di settore, continua a formarsi in tale ambito tra libri, campagne e altrettanta pratica. Convinta fautrice della sostenibilità, ne fa una mission nella vita privata e lavorativa, dedicandosi allo sviluppo di variegati progetti enogastronomici. In continuo viaggio tra l’Italia e all’estero, trova spunti interessanti per la propria attività di critica di settore, nella speranza di fornirne una visione trasversale ed una lettura “dal campo alla tavola”.

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Manuela Mancino

Classe 1987, dopo una laura in Economia e Finanza ed un parallelo percorso in ambito enogastronomico, Manuela Mancino si specializza nella consulenza all’Ho.Re.Ca., ad aziende di produzione e nella selezione di cibi e vini. Da sempre appassionata di food&wine, traccia i profili della propria figura professionale in età adolescenziale, con l’obiettivo di acquisire le competenze necessarie ad impiantare l’assetto strategico, gestionale ed operativo degli operatori di settore. Tecnico assaggiatore di numerose materie prime (dal vino all’acqua, dai formaggi alla pasta, passando per i salumi), si dedica in maniera peculiare allo studio del settore olivicolo, divenendo Sommelier di olio, assaggiatore di olio e di olive da mensa. Con all’attivo la partecipazione a diversi panel e giurie di settore, continua a formarsi in tale ambito tra libri, campagne e altrettanta pratica. Convinta fautrice della sostenibilità, ne fa una mission nella vita privata e lavorativa, dedicandosi allo sviluppo di variegati progetti enogastronomici. In continuo viaggio tra l’Italia e all’estero, trova spunti interessanti per la propria attività di critica di settore, nella speranza di fornirne una visione trasversale ed una lettura “dal campo alla tavola”.

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