Italia, Campione del mondo di gelateria
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Italia, Campione del mondo di gelateria
La cosa più difficile è confermarsi. Flauti di primavera per la Nazionale campione del mondo di gelato, che allo scoccare della bella stagione ha sfilato sui colli bolognesi per ricevere il plauso di colleghi, sponsor e addetti ai lavori: e dopo aver levato al cielo del Sigep di Rimini, a fine gennaio, il titolo più scintillante e pesante di tutti.
Il sesto (e secondo consecutivo) di un palmares che rinsalda la forza del Made in Italy sul proscenio internazionale, dove Francia e Giappone restano ad oggi le avversarie più quotate della mappa, a detta degli specialisti.
Così venerdì mattina, nella storica cornice settecentesca del Palazzo di Varignana, il Team Italia ha raccontato le emozioni e i retroscena della gara più difficile al mondo, ovvero tre giorni di sfide con dieci prove a tempo che hanno visto Domenico Di Clemente (scultore di ghiaccio), Filippo Valsecchi (chef), Rosario Nicodemo (gelatiere e capitano della squadra), Vincenzo Donnarumma (pastry chef) e Davide Malizia (team manager) salire sul gradino più alto del podio: apogeo di un lavoro, tecnico e mentale, durato anni.
“È sempre riduttivo dire che l’importante è partecipare -spiega Malizia-, qua gli investimenti son stati grandi e partecipare non va bene neanche per i concorsi dell’oratorio. Come Italia portiamo sempre innovazione, come ogni volta che c’è un concorso prestigioso come questo. I ragazzi hanno lavorato su nuove tecniche per provare ad abbassare gli zuccheri: basti pensare che hanno portato un sorbetto alla massa di cacao che aveva il 30 percento di zuccheri in meno. Nel mondo il gelato sta crescendo: Corea del Sud e Singapore son state spaventosi in gara”.
Cinque menti e un maniacale lavoro di squadra alla base del trionfo italiano nella decima edizione della Gelato World Cup: studio del prodotto, creatività, ricerca, ma anche logistica e investimenti ingenti.
“Questa conquista è un lustro per tutti -continua-. Per noi era importante portare il risultato, dopotutto abbiamo responsabilità verso le nostre famiglie, verso gli sponsor e anche verso le associazioni di categoria.
Ho capito che stavamo per vincere solo l’ultimo giorno, quando il distacco con le altre squadre era notevole. I ragazzi erano concentratissimi e non se ne stavano rendendo conto”.
Nel ricco parterre de roi anche Iginio Massari. “Ho sempre insegnato -conclude il maestro bresciano- che è più facile arrivare primi che secondi, perché i secondi hanno una scusa da raccontare. Questa squadra ha vinto perché si è allenata seriamente, riducendo la possibilità di errore e diventando così un modello da emulare”.
Proprio lì nel crocevia fra il serio e il faceto nascono gli Amici della Petroniana, che sulle sacre orme di altre istituzioni bolognesi come la Dotta Confraternita del Tortellino e gli Apostoli della Tagliatella, hanno deciso di manifestare al mondo il loro amore per la Cotoletta alla Bolognese, altresì conosciuta come La Bologna, o la Petroniana se ad arricchire l’assaggio c’è il tartufo. Nata da un’idea di Giacomo Gelati, Andrea Ortolani e Daniele Rimondi il 14 settembre 2014, a un’ora dalla vittoria di un prestigioso torneo di calcetto (Tutto Molto Bello), gli Amici della Petroniana celebrano, promuovono e divulgano la cultura gastronomica cittadina attraverso un antico piatto depositato alla Camera di Commercio di Bologna solamente il 14 ottobre 2004: per farlo, la delegazione petroniana, oggi composta da 8 giurati, una volta al mese si reca in un ristorante del territorio e recensisce la straordinaria pietanza a base di cotoletta di vitello, ammantata di prosciutto crudo, Parmigiano Reggiano e irrorata di brodo