La Boemia in pillole: Mariusz Kapczyński sui vini boemi
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La Boemia in pillole: Mariusz Kapczyński sui vini boemi
Ricordo un famoso scherzo fatto a febbraio del 2009, in pieno Carnevale, dal premier ceco Mirek Topolanek e dal suo ministro degli Interni, Ivan Langer, durante una seduta del Parlamento di Praga in attesa del ritardatario vicepresidente della Camera, senza il quale la seduta non poteva iniziare. In un momento di eccessivo brusìo di disappunto in aula, dai banchi del governo si alzò il ministro degli Interni che prese il microfono e annunciò con fare serioso: «Signore e signori, una comunicazione del ministero: questa mattina sono state ricostituite le truppe del ministero degli Interni. Non stupitevi se vedete i carri armati in prossimità degli edifici governativi e davanti alle strutture chiave della città». E in un silenzio fattosi di colpo tombale intervenne subito dopo il premier che aggiunse: «ho dichiarato lo stato d’emergenza!» suscitando uno sgomento e un clamore che ha fatto colpo anche all’estero perché quella seduta del parlamento era collegata in diretta televisiva. Qualcuno si era spaventato davvero, ricordando la primavera di Praga del ’68 con i carri armati del Patto di Varsavia assediati dalla popolazione inerme per rallentarne l’occupazione del Paese. Passata però la sfuriata che era soltanto mediale, il ministro Langer si è poi giustificato dicendo: «Spero che i cittadini cechi abbiano il senso dello humor…». Ecco, da allora è questa la Cechia di oggi. Se pensiamo che cos’era pochi decenni fa, è come se si fosse capovolto il mondo. Anche quello del vino.
In Cechia le regioni vinicole sono due: Boemia e Moravia.
La regione vitivinicola della Boemia, che comprende un’ottantina di villaggi vitivinicoli con quasi 200 vigneti e quasi 200 viticoltori, è divisa in due zone: Mělnická e Litoměřická. Sono poco meno di 700 ettari di vigneti in totale che rappresentano circa il 4 % dei vigneti registrati nella Repubblica Ceca.
La sottoregione Mělnická comprende non solo Mělník e dintorni, ma anche piccoli vigneti a Praga e nei dintorni di Kutná Hora, Benátek nad Jizerou, Kralupy nad Vltavou, Beroun e Slaný. La maggior parte dei vigneti si trova su terreni con suoli calcarei o alluvionali ghiaiosi e sabbiosi. I microclimi sono abbastanza caldi da offrire condizioni eccellenti per la coltivazione di varietà sia bianche che rosse fin dal Medioevo, quando si concentravano principalmente sulla coltivazione del pinot noir (rulandské modré), le cui piantine si dice che fossero state importate dal villaggio borgognone di Chambertin dall’imperatore del Sacro Romano Impero e re di Boemia Carlo IV conte di Lussemburgo. Santa Ludmila ha poi insegnato a suo nipote San Venceslao a coltivare la vite e a vinificarne le uve, generalmente in vigneti di piccole dimensioni, ma con una maggiore collezione di vitigni coltivate nell’incantevole paesaggio intorno a Kutná Hora nella “fascia dorata della terra ceca”, la zona di Polabì.
La sottoregione Litoměřická si estende invece nei dintorni di Litoměřice, Most, Roudnice nad Labem, Kadaň, Ústí nad Labem e Louny. Nel Medioevo Litoměřice era la seconda città vitivinicola più grande della Boemia dopo Praga ed è sempre stata una grande rivale di Mělník nel commercio sul fiume Labe. Queste due città gareggiavano anche nel commercio del vino, in particolare sul mercato di Praga. Oggi, la maggior parte dei vigneti si trova sulle pendici meridionali degli altopiani centrali della Boemia, su terreni scuri di basalto alterato che conferiscono ai vini le loro caratteristiche sfumature minerali.
Il nostro “Kapka” non poteva mancare di parlare sia dei vini della Boemia sia dei vini della Moravia sul suo Vinisfera.pl. Dei boemi vi traduco subito il testo, consigliandovi qualche cantina, per esempio Zámecké Vinařství Třebívlice, Vinné sklepy Kutná Hora, Markovy Vinné Sklepy, Vinný sklípek U Stebenky, Žernosecké vinařství, Vinotéka Svatého Kryštofa, Benediktinské sklepy Broumov, Vinařství Konárovice, i cui recapiti sono sul Web anche su Facebook. Per i moravi rimando ai prossimi articoli di ”kapka”.
(traduzione e aggiornamento dati: Rolando Marcodini)
La Boemia in pillole
I Cechi, cioè i nostri vicini, sono noti soprattutto per la birra, ma anche dal punto di vista enologico avrebbero molto da dire. Contro ogni apparenza le tradizioni enologiche qui sono profonde, poiché il vino lo facevano già nel IX secolo dopo Cristo, e sono ben radicate. Tanto per chiarire, stiamo parlando della Cechia come di un unico Paese, ma esiste una forte, netta, distinzione in due regioni vinicole: la Boemia e la Moravia. I vini che vi si producono ricordano a volte lo stile un po’ dei vini austriaci e tedeschi. L’ingresso della Cechia nell’Unione Europea ha fatto del gran bene all’enologia locale, con un aumento della superficie delle vigne e un graduale ammodernamento della produzione che possono soltanto influire proficuamente sul suo futuro sviluppo. Questi cambiamenti nell’economia agricola hanno consolidato anche la suddivisione amministrativa nelle due zone vinicole precisate, tanto che possiamo parlare di denominazione d’origine Boemia a occidente e di denominazione d’origine Moravia a oriente.
Nella prima regione si trovano i vini dei dintorni di Mělnik (specialmente quelli della cantina di Lobkovice), di Roudnice o di Karlstein a conquistare i massimi riconoscimenti. Un primato che va ai Rýnský Ryzlink, ai Traminer e ai Ruländer. Sono dei vini boemi espressivi, freschi, dal carattere nettamente giovane. E come tali vanno bevuti. Certo che in quanto a vino è forse più famosa la zona centro-orientale della Moravia. Le vigne morave confinano quasi con quelle austriache. Questa dinamica regione vinicola concentrata intorno a Mikulov nelle zone vinicole Znojemská, Mikulovská, Velkopavlovická e Slovácká possiede oggi circa 17,500 ettari coltivati a vite che rappresentano il 96 % dei vigneti registrati in Repubblica Ceca e circa 15.000 vitivinicoltori. Molti di loro sono estremamente frazionati in piccole vigne e piccole cantine, tanto che il pescarle qua e là nella regione può addirittura costituire un’attrattiva turistica a sé stante.
Il luogo è perfettamente adeguato, infatti qui l’enoturismo è fiorente e le gite turistiche si abbinano benissimo con l’esplorazione delle vigne e con l’assaggio dei vini e delle curiosità culinarie. Esistono anche degli itinerari speciali del vino e dei sentieri ciclistici che attraversano le vigne. I dintorni di Znojmo, Šatov, Nový Šaldorf e Valtice non sono soltanto dei luoghi in cui nascono dei vini gustosi da vigne incantevoli, ma sono anche dei luoghi ricchi di castelli, monumenti e curiosità locali. Per esempio a Mikulov c’è una botte gigantesca che nel XVII secolo era una delle più grandi d’Europa con la sua capacità di 1.014 ettolitri!
In Boemia invece si producono soprattutto i vini bianchi nei circa 700 ettari di vigneti nelle due zone Litoměřická e Mělnická in cui sono occupati quasi 200 vitivinicoltori. I vitigni più popolari qui sono Müller Thurgau, Veltlinské Zelené, Ryzlink Vlašský, St. Laurent e qualche produzione interessante la si trova anche con lo Chardonnay. Ci sono pure i vini rossi, che sono forse meno stupendi, ma ciò non significa che non siano degni d’attenzione. Questi si fanno dai vitigni Frankovka, Cabernet Sauvignon, Svatovavřinecké (St. Laurent), Rulandské Modré (Pinot Noir). I vignaioli boemi stanno provando a vinificare alcuni di questi vini direttamente in botte, conferendogli a volte con successo un aroma e un gusto più profondi e uno stile più concentrato. È curioso che qui si producano con successo dei vini dolci e di ottima fattura. Si producono perfino gli ice-wines, che sono però abbastanza rari, infatti bisogna cercarli nelle enoteche specializzate o direttamente dai produttori. Sono di struttura più delicata e di carattere più leggero rispetto ai loro equivalenti austriaci o tedeschi. Vale la pena di assaggiare anche gli spumanti, rinfrescanti e di buon nerbo.
Il vino più famoso è il Bohemia Sekt, prodotto con il metodo della fermentazione in grandi tini. Oltre alla tradizionale versione secca, si producono anche le versioni abboccate e amabili. Come si vede, la gamma delle proposte enologiche boeme è abbastanza grande. Questi vini in proporzione più leggeri, giovani e vivaci si abbinano perfettamente con la cucina casalinga quotidiana. E il prezzo accessibile, spesso ridicolmente basso, li rende ancora più attraenti. Vale dunque la pena di verificare che cosa stanno facendo i vignaioli boemi. Quanto siano profonde qui le tradizioni vinicole e in che forma fisica siano questi vini si può facilmente verificare visitando le fiere vinicole o una delle speciali, fastose feste celebrate in onore di Bacco. Ma per non farle troppo pagane, in questi posti c’è sant’Urbano a fare da patrono ai vignaioli e il principe canonizzato Vacláv I° a fare da patrono della terra, come dice appunto la leggenda che lo riconosce come uno dei primi appassionati vignaioli di questi territori.
Mariusz Kapczyński
Sono giornalista e critico enologico, sono stato collaboratore di Wine Magazine, Wine Time, Alcohol Markets, Kitchen, USTA Magazine, Top Class, SpaEden, AllInclusive, Internet Radio Polacca, Enotime, Wirtualna Polska e altri. Come giurato, prendo regolarmente parte a vari concorsi enologici e polacchi (tra cui Vinitaly, Concours Mondial de Bruxelles, Vinoforum, Vinaria, Vinul.ro, Enoexpo, Orszagos Borverseny, Clean Vodka Tasting). Faccio anche parte dell’organizzazione internazionale di giornalisti e specialisti dell’industria dell’alcool – International Federation of Wine and Spirits Journalists and Writers. Nel 2015 “Magazyn Wino” mi ha assegnato il Grand Prix nella categoria “promozione della cultura del vino in Polonia”. Nel 2018, mi è stato assegnato il capitolo del premio Saint Martin per “l’eccezionale servizio nel campo della promozione del vino polacco”.