La Ca’ Longa a Maranello, dove la cucina significa felicità.

Ca’ Longa

Per quel poco che ho potuto conoscere Claudio Cerchiari in una sola visita, se gli raccontassi dei 4,3 milioni di perdita di Cracco o del Noma che ha chiuso e di che cucina fanno, probabilmente starebbe a distanza di settimane ancora ridendo.

E una riflessione su tutto ciò sarebbe bene la facessimo visto che da qualche parte in cucina si è, ad un certo punto, creato un corto circuito dove la grande abilità è diventata gioco e il piacere solo una gara a chi faceva sempre di più e, molte volte a parer mio, peggio.

La cucina come avevamo imparato a conoscerla si è lentamente estinta quasi del tutto, tanto che le Osterie sono divenute luoghi da difendere con il coltello a seghetto e manico di plastica rossa tra i denti.

Accanto a pochi eletti in grado di cuocere anche con il pensiero (quasi) sono comparsi, a decine prima e a centinaia poi, locali che li scimmiottavano con risultati che potevano essere graduati da accettabile a ridicolo o “vorrei ma non posso”.

Ma quali sono i luoghi che dovrebbero ritornare ad essere i luoghi eletti al mangiare all’italiana?

L’esempio che sto per fare della Ca’ Longa a Maranello è tra i più significativi forse.

Premetto che ci sono arrivato grazie al mio amico Gianni Di Lella, bravo ed eclettico pizzaiolo di La Bufala a Maranello che ha insistito per portami lì.

Ad accoglierci Claudio con un sorriso che non è mancato nemmeno quando parlava desolato della sua Inter. Come se glielo avessero stampato sul viso da brav’uomo che ha. In sala figlia e in cucina moglie. La Ca’ Longa è un locale posto in una ex balera con tavoli messi su più file in modo da consentire comodamente la seduta a molte persone.

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Claudio Cerchiari

 

Menu scritto al computer e dopo stampato messo in una foderina.

Piatti consigliati tutti della tradizione emiliana che andrebbero provati senza esclusione ma servirebbero almeno 5-6 giorni di seguito.

Lasciamo fare a Gianni che si accorda rapidamente con Claudio.

 

Ca’ Longa

Cucina del giorno

 

Mentre la cucina avvia il nostro ordine ci arriva un benvenuto fatto con una polpettina di pane, verdure e gambetto di prosciutto crudo e un tocchetto di polenta fritta con su una fettina di lardo.

Che alla Ca’ Longa non staremo leggeri lo si capisce già dal benvenuto. Questione di un paio di minuti e arriva un vassoio ciclopico con il gnocco fritto (articolo IL e non LO) e prosciutto crudo di Modena. Gonfi d’aria, caldi, vaporosi, leggeri. Gianni ci catechizza sul colpo di forchetta su, che li sgonfi, e il ripiegarli su se stessi con la fetta di crudo che finisce così in mezzo. Goduria assoluta.

Li spazzoliamo via tutti.

 

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Avevamo chiesto di non caricare troppo sugli antipasti e allora passiamo già ai primi. Avendo un vegetariano tra noi arriva un piatto di tortelloni ricotta e spinaci conditi con burro e salvia. Sul tavolo l’immancabile parmigiano reggiano grattugiato a granelli grossolani e non in quella polvere impalpabile che vuol fare concorrenza al cartello di Medellin.

 

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Tortelloni ricotta e spinaci conditi con burro e salvia

 

A noi roselline di pasta con prosciutto cotto e panna gratinate. Niente sferificazione e nemmeno cottura a bassa temperatura. Una sfoglia ultrasottile che avvolge il cotto arrotolata, tagliata generosamente e messa in forno con panna fino a gratinatura. Poi via a tavola per una nevicata di grandine di parmigiano e ti ricordi che sei vivo semmai te ne fossi dimenticato.

 

Ca’ Longa

Rosette con prosciutto cotto

 

In tutta onestà avrei bissato e mi sarei poi fermato ma il dado era tratto.

Dittico (proprio come nelle opere d’arte di matrice ecclesiastica) di tortellini con la panna e lasagne.

Affronto prima i tortellini e ci resto impantanato dentro. Buoni, densi di sapore, affogati in una panna di latte spettacolare. La lasagna mi ricorda che i re di questo piatto sono loro. Inutile tirare fuori l’opulenta lasagna napoletana con l’universo dentro. Se vuoi stare “grasso” ma non avere questa sensazione la lasagna emiliana è la regina.

 

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Mentre ci difendiamo da continue e ripetute sindromi di Stendhal, Claudio con i suoi ragazzi e ragazze si muove tra i tavoli dispensando sorrisi, consigli, battute. Mi ricorda gli osti innamorati del proprio lavoro. Bello anche in sovrappeso con quel tot che ti fa già fiducia e consapevolezza che mangerai da Dio quando lo vedi.

Rinunciamo ai secondi. Non li potremmo sostenere, benché la sola offerta del giorno è irrinunciabile anche solo se declamata.

 

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Un giro dolci però ci viene imposto da Gianni. In sequenza crema mascarpone con cioccolato e zuppa inglese emiliana. Quest’ultima da lacrime di commozione. Caffè e spumette alle noci per “aggiustarsi la bocca”… casomai ve ne fosse stato bisogno.

 

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Crema mascarpone e cioccolato

 

Ca’ Longa

Spumette

 

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Zuppa inglese all’emiliana

 

Non ho idea di quanto si sia pagato ma a guardare il menu non credo siamo finiti oltre i 20 a cranio.

Se abitassi lì ci passerei almeno 2 volte la settimana. Giuro.

Se siete in zona andateci. Mi ringrazierete pubblicamente. Viva la Ca’ Longa!!

 

La Ca’ Longa
Via Fondo Val Tiepido
Torre Maina di Maranello (MO)

Tel. 053-6943840 / 335-6634773

Aperto a pranzo e cena – Chiuso il Lunedì.

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