La Cina conquista il mercato globale delle conserve di pomodoro
La Cina conquista il mercato globale delle conserve di pomodoro
La Cina, attualmente il primo produttore mondiale di conserve di pomodoro, ha superato Italia e California, mettendo a rischio l’eccellenza della “pummarola”, simbolo della Dieta Mediterranea, soprattutto della Campania.
Questa regione è famosa per le sue industrie di trasformazione del pomodoro, contribuendo a esportare il rinomato “oro rosso” in tutto il mondo.
Mentre l’industria agroalimentare italiana affronta l’incertezza dei dazi americani, emerge una nuova minaccia dal mercato asiatico.
Secondo un articolo di “The Economist”, negli ultimi dieci anni, la Cina ha investito nel settore agricolo per garantire l’autosufficienza alimentare e ha implementato tecnologie come la meccanizzazione e il precision farming per migliorare la produttività.
Il risultato? La Cina ha conquistato il primo posto, seguita dall’Italia, che ora si trova al terzo posto secondo l’ultimo rapporto Ismea sui raccolti del 2024.
La produzione mondiale di pomodoro da industria nel 2024 è stimata in 45,8 milioni di tonnellate, con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente.
La Cina ha registrato un notevole aumento del 31%, mentre le rese italiane sono state compromesse da condizioni climatiche avverse.
Nonostante un incremento dell’11% nei ettari, il raccolto italiano ha subito una diminuzione del 2,4%. Secondo l’ANICAV, l’industria ha trasformato 5,3 milioni di tonnellate, con un incremento (+10%) nel Centro Sud.
I prezzi del pomodoro per l’industria sono diminuiti tra il 6 e il 20%, mentre quelli al consumo sono aumentati del 3%.
L’export ha raggiunto oltre 3 miliardi di euro, con l’Unione Europea che rappresenta il 51% delle esportazioni
italiane.
Tuttavia, la crescente importanza del pomodoro cinese sul mercato europeo rappresenta una minaccia per la passata italiana, data la sua competitività sui costi.
La mancanza di tracciabilità sulle etichette inganna i consumatori; recenti episodi in Gran Bretagna hanno svelato prodotti cinesi spacciati per italiani.
Coldiretti ha denunciato simili pratiche nel porto di Salerno, sottolineando la provenienza del concentrato di pomodoro cinese.
L’emergenza COVID-19 ha reso ancora più critica la situazione, con l’90% della produzione cinese destinato all’export, accelerando i rischi per l’industria europea.
Per contrastare questa situazione, l’ANICAV ha siglato un accordo con Coldiretti per estendere l’obbligo di indicazione dell’origine della materia prima anche a livello europeo.
Inoltre, le importazioni di pomodoro cinese nell’UE sono raddoppiate, minacciando ulteriormente la produzione locale.
Gli standard di qualità e le normative fitosanitarie in Cina sono inferiori a quelli europei, aumentando la preoccupazione per la sicurezza alimentare.
Le eccellenze italiane affrontano una dura sfida contro la Cina, che sta espandendo la sua offerta alimentare.
Sebbene il riso sia una battaglia pressoché persa, per il pomodoro la UE ha ancora la possibilità di valorizzare i prodotti locali di qualità, come sottolineato nel recente documento sul futuro dell’agricoltura
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