Mi sono sempre ripromessa con il tempo di riprendere, raccontare e donare questo semplicissimo dolce, memoria della mia infanzia, di una creatività antica, lontana mille anni luce dalle complicate acrobazie che si rappresentano oggi in pasticceria, di grande effetto certamente, anche tecnicamente perfette, ma spesso gelide di sentimenti……..
La crema di Nennella la faceva la mia nonna, racconta di amorevole accoglienza, di sentimenti liberati e dove un abbraccio era raro, arrivava la dolcezza, attraverso una trasmissione di sapori che mai ho dimenticato che mi hanno regalato una vita scandita di sensorialità infinite.
Una ricetta di assoluta povertà poteva nascere solo dalla genialità che si attiva dall’esigenza.
I miei nonni erano umili, poco nella loro dispensa, lo stretto necessario, farina, zucchero, sale, olio, fagioli, latte e uova, un lusso, ma una bambina che ogni tanto girava per casa meritava qualcosa di dolce che la facesse sentire amata.
La crema di Nennella:
Ingredienti:
100 gr di farina
Acqua q. b.
Zucchero a piacere
Procedimento:
Lasciare abbrustolire a fiamma media la farina in una padellina antiaderente usando il dorso di un cucchiaio e movimenti circolari. Deve diventare color miele. Quando è pronta versarla in una ciotola e stemperare con l’acqua fino a raggiungere la consistenza cremosa desiderata, quindi zuccherare a piacere.
Servire in una coppetta con una polverizzata di zucchero semolato.
Il sapore di questo umile dolce ricorda una merenda familiare a molti, la fetta di pane bagnata con sopra lo zucchero, memoria di usanze che da tempo sono state sostituite da merendine più veloci e moderne.
Io spesso la preparo nelle prime colazioni con un rivisitazione più ricca per gli ospiti del Giardino di Ginevra.
Crema di Nennella arricchita
Ingredienti:
100 gr di farina 00
150 gr di latte di bufala ristretto frozen
50 gr di miele di acacia
la punta di un cucchiaino di cannella
una manciata di uva sultanina ammorbidita in poco di acqua calda
Il procedimento è identico,poi con fantasia, ognuno potrà aggiungere il proprio tocco personale.
di Anna Chiavazzo
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