La famiglia Cesari presenta il cru Monte Masua, l’anima storica dell’azienda

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MONTE MASUA E L’AMARONE CLASSICO

Il toponimo Brigaldara fa la sua comparsa nel XII secolo, in alcuni atti di compravendita degli abitanti della zona ai piedi del Monte Masua, tra San Floriano e Valgatara, dove sorgeva un casolare il cui podere era vocato alla coltivazione della vite, dell’olivo e degli alberi da frutto. Gli appezzamenti attorno alla villa ottocentesca di San Floriano costituiscono il nucleo storico dei vigneti di proprietà, permeati di secoli di tradizione viticola.

La tenuta più antica di Brigaldara è custodita in uno scrigno di otto ettari, interamente piantati a vitigni tradizionali, come Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara e Dindarella, con alcuni filari di Sangiovese, utilizzati per il Recioto, quali dedica alle origini toscane della famiglia Cesari.

Ci troviamo sul Monte Masua, nella fascia che va da Pedemonte a Marano, uno spettacolare declivio solcato fino alla sommità dalle marogne, muri a secco che ne terrazzano la pendenza. Posizionato nella fascia della Valpolicella tra i 150 e i 250 mslm, è considerato tra le migliori zone dal punto di vista climatico, poiché non viene mai raggiunto da nebbie e gelo. Il clima ideale incontra suoli prevalentemente argillo-sabbiosi, che presentano un substrato caratterizzato da tufo, materiale che permette alle radici della vite di trovare umidità negli anni siccitosi, garantendo grazie alla pendenza il corretto drenaggio delle piogge. L’esposizione a sud-sudovest è ottimale, con le vigne in ombra nelle prime ore del mattino e l’esposizione in pieno sole al pomeriggio. L’insieme di queste condizioni rendono Monte Masua una delle zone tra le più fertili della Valpolicella, in grado di portare l’uva a maturazione adeguata, in perfetto equilibrio tra freschezza e grado zuccherino, favorevole alla crescita della vite oltre che ad altre culture quali gli ulivi.

I vigneti di Brigaldara si distendono in parte ai piedi del Monte Masua e in parte sul rilievo stesso, godendo appieno delle caratteristiche morfologiche che, unitamente alla spettacolare posizione della villa, fecero guadagnare all’azienda il titolo di “prospettiva”, come veniva chiamata dai locali: vista d’insieme sulla Valle di Marano e sintesi perfetta del terroir della Valpolicella Classica.

L’Amarone Classico nasce dai vigneti situati nel cuore dell’area Classica della Valpolicella, le cui uve sono le meglio esposte e le più spargole. La selezione delle uve viene effettuata in vigneto, per poi essere deposte in cassette ad appassire, riposte in fruttai. La rigorosa gestione dell’appassimento è di fondamentale importanza, studiata per favorire il passaggio di tutte le componenti nobili contenute nelle bucce.

L’AMARONE DELLA VALPOLICELLA CLASSICO 2018

L’annata 2018 è da considerarsi fresca, con una vendemmia ritardata rispetto alla media dell’ultimo decennio. La collina ha avuto un ruolo da protagonista grazie alla pendenza e al substrato tufaceo che hanno consentito il corretto drenaggio delle piogge, permettendo in generale un’ottima raccolta. Vista l’abbondanza di acqua, è stato necessario intensificare l’appassimento. La maturazione delle uve è avvenuta con leggero anticipo, con un buon accumulo di zuccheri e di acidità.

La vinificazione è iniziata a gennaio, con macerazione di un mese sulle bucce e fermentazione molto lenta. L’estrazione del colore è stata favorita da due rimontaggi quotidiani e un delestage a metà fermentazione. Seguono poi un anno in botte piccola e altri due anni in botte grande, alternando per non avere eccesso di legno nel prodotto.

Note di degustazione

L’Amarone Classico 2018 è un amarone di grande eleganza, con residui zuccherini molto bassi e pensato quindi per essere pronto da bere. È un vino piacevole, di facile beva grazie ad un sapiente ed equilibrato utilizzo del legno. L’eleganza e la freschezza lo rendono un ottimo abbinamento a importanti tagli di carne. L’Amarone Classico ha un potenziale di invecchiamento di circa 20-30 anni, in particolare per quest’annata dalla bella spalla acida.

Ogni parcella di Brigaldara viene vinificata singolarmente per restituire la massima espressività del territorio. La pigiatura viene effettata in due momenti, la prima metà dell’uva a inizio gennaio e dopo due settimane, quando la fermentazione della prima parte ha raggiunto la metà del suo percorso, si integra con la seconda metà dell’uva per evitare uno stress di fermentazione e arrivare così ad avere residui zuccherini pari a zero.

Scheda tecnica

Brigaldara è stata una delle prime cantine della Valpolicella a impostare un doppio passaggio in legno per l’affinamento dell’Amarone e del Recioto, ponendo i vini in barrique nella prima fase dell’affinamento, per poi completarla in botte grande da 20 e 25 ettolitri. Il legno piccolo favorisce l’ossigenazione e la fissazione del colore, mentre quello grande completa la maturazione del vino, donando rotondità, struttura e contribuendo a sviluppare la naturale aromaticità dei vitigni di partenza.

La tempestività degli interventi, la riduzione dei trattamenti allo stretto indispensabile, l’accurata selezione dei grappoli in vigneto garantiscono una gestione sostenibile nel corso della produzione, unitamente all’adozione di bottiglie leggere dall’annata 2018.

Stile pulito, rigoroso, attento alla bevibilità e al preservare i profili aromatici delle uve, con concentrazioni alcoliche e zuccherine mai preponderanti, attente a cogliere l’anima e la storicità del terroir.

Brigaldara è un luogo che racchiude le diverse anime della Valpolicella. Una famiglia storica del territorio, Cesari, impegnata nella valorizzazione di un patrimonio viticolo di proprietà ricco ed eterogeneo. Un team giovane di enologi e ricercatori universitari dedicati allo studio e alla personalizzazione di ogni intervento in vigna ed in cantina.
Un’unica visione d’insieme arricchita da diverse prospettive, esperienze, generazioni.

www.brigaldara.it

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