La festa della Candelora e le crepes
- redazione
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La Candelora che si celebra il 2 febbraio, quaranta giorni dopo Natale, è la Festa della presentazione di Gesù al Tempio.
Nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, che è il nome con il quale Gesù venne chiamato da Simeone il vecchio al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per tutti i primogeniti maschi quale Gesù era.
Nel vecchio calendario liturgico la festa era chiamata “Purificazione della Beata Vergine Maria” ma con la riforma introdotta dal Concilio Ecumenico Vaticano II la figura di Cristo ne ha preso la centralità.
La festa viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti. In molte zone e in diverse confessioni è tradizione comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione.
Accanto alla tradizione di culto ve ne è, ovviamente, anche una che riguarda le tradizioni gastronomiche.
Ovunque queste feste includono cibi a base di uova, ricotta e latticini.
In Italia in molti luoghi della penisola si confezionano chiacchiere e altri dolci o torte rustiche con ricotta, ma anche piatti salati e dolci fatti con le Crepes.
In Francia le crepes, farcite in ogni modo, la fanno da padrona. Anzi tradizione vuole che la prima crepe sia saltata in padella con la mano destra tenendo nella sinistra dell’oro.
Le crepes le troviamo però anche nella cultura della chiesa ortodossa e in tutti i Balcani dove Romania, Bulgaria, Serbia, Slovenia, Croazia (che ne rivendica la paternità) nonché città e aree di confine come Trieste si spartiscono la tradizione delle crepes che qui si chiamano Palacinka.
Il modo di farcirle è spesso dolce e va dal cioccolato fuso (negli ultimi anni stanno cedendo alle lusinghe della nutella, alla frutta fresca e con il miele, le noci e il miele o anche la panna e frutti rossi.
Ovunque andiate troverete tra i dolci le Palacinke ma in questo giorno è il dolce simbolo in assoluto.
Palacinka deriva dal nome con il quale i romani chiamavano i pasticcieri (placentarius) e poi con i passaggi linguistici sarebbe approdata nel corso dei secoli al vocabolo attuale. I placentarius dell’antica Roma confezionavano una sottile sfoglia dolce che chiamavano “placenta”.
La “palacinka” deriverebbe da questa parola mentre l’equivalente “crepe” sempre dal latino crispus che vuol dire arricciare.
Per chi non sapesse fare le crepes o palacinka eccovi una nostra ricetta.
Ingredienti:
200 g di farina
4 uova
500 ml di latte
2 cucchiaini di zucchero
1 pizzico di sale
burro per la padella
Preparazione:
In una ciotola mescolare la farina, le uova, il latte, lo zucchero e il sale fino ad ottenere una pastella liscia.
Riscaldare una padella antiaderente a fuoco medio e ungere con un po’ di burro.
Versare un mestolo di pastella nella padella e ruotare per distribuirlo uniformemente.
Cuocere per 1-2 minuti per lato finché non diventa dorato.
Ripetere questo processo per tutta la pastella.
Servire calde con il ripieno preferito, come marmellata, crema di nocciole al cacao, frutta fresca o panna montata.