La locanda del Baccalà a Marcianise. Il baccalà anche dove non te lo aspetti.
- Giustino Catalano
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Chi non è campano non può comprendere l’importanza che gioca nella dieta alimentare della regione e più segnatamente napoletana il baccalà dove per baccalà intendiamo anche lo stoccafisso.
Il peso specifico che ha nella cultura locale è pari a quello del ragù o della genovese.
Una pietanza must declinata in mille modi diversi, talvolta anche sconosciuti agli stessi mangiatori di baccalà.
Tra le osterie più quotate decisamente la Locanda del Baccalà, con varie ubicazioni tra le quali quella di Marcianise che mi occupa in questo breve resoconto, compare nelle prime posizioni senza che tale affermazione voglia esprimere un desiderio di classifica che non esiste nella mia mente.
Il locale di Marcianise, ubicato in una via del centro si presenta con due eleganti vetrine esterne che lasciano intravedere all’interno spazi arredati con cure e con puntate di colore ad alcune pareti.
All’ingresso veniamo accolti dal personale che ci accompagnerà per l’intero pasto con estrema attenzione, professionalità e gentilezza.
Il locale è caldo e accogliente con molti segni della napoletanità appesi qui e là ad emulare gli spazi di una vecchia cucina dove al soffitto di lunghi pali di legno sono appese anche delle sedie come si faceva nelle cantine delle case di una volta quando si doveva liberare spazio sul pavimento,
Il menu è molto ampio e diviso in due sezioni. Una dedicata agli amanti del baccalà ed una in calce per chi è stato “trascinato” dagli amici nel locale ma non ha assolutamente propensione verso il prodotto.
Si parte dai fritti attraverso antipasti per poi arrivare ai primi e infine ai secondi.
Scegliamo di provare 2 fritti da dividere in due, un antipasto, un primo a testa e un secondo.
Non beviamo nonostante una gran bella carta dei vini. Lo so che non si dovrebbe fare ma la dieta continua ad incombere.
La sequenza è molto rapida e ben presentata.
Polpetta di baccalà servita in una salsa con pepe multicolor e lievemente speziato e citronata.
Davvero buona. Da prendere.
Probabilmente il crocchè andava mangiato prima perché risulta meno intenso e avvincente dalla polpetta, forse complice anche la patata che copre un sapore talvolta delicato come quello del baccalà.
Dopo è il turno di un peperone ripieno alla “povera” (senza carne o altro) con baccalà.
Lacrima e applauso in piedi.
Se non avessimo avuto una dignità da difendere ne avremmo potuto mangiare altri 4 a testa.
E’ poi la volta del primo. Entrambi desideravamo provare la carbonara di baccalà ma vista la genovese abbiamo ceduto alle lusinghe della regina della cucina di questi tempi. La genovese di baccalà.
Facciamo i farmacisti? E facciamoli.
Formato pasta perfetto, il mezzanello spezzato, e mi piace di dire della giusta misura, con una genovese che se avesse cotto di più non sarebbe stato male.
Era un poco scarica di colore e non ancora ben consumata. A chi vuol obiettare che il baccalà non avrebbe retto sento di dire che non credo sia stato aggiunto all’inizio ma correttamente a fine cottura. Io avrei tirato di più il sugo.
Come secondo abbiamo diviso un baccalà alla vicentina che desideravo da tantissimo tempo.
A parte la delusione per la presenza del baccalà al posto del tradizionale stoccafisso (che in Veneto se non è il “ragno” non se ne fa niente!) come si usa a Vicenza, il piatto era buonissimo, servito in una padellina di alluminio a due manici di ottone.
Cottura perfetta e pezzo di baccalà sceltissimo (un filetto alto e morbidissimo). Salsa, ottenuta con la riduzione del latte molto ben eseguita e gustosa (nonostante espressa e non di lunga cottura come la ricetta tradizionale).
Avrei usato meno sedano che era forse troppo rispetto alla porzione.
Nel complesso il piatto era molto buono (tant’è che per i profumi non l’ho fotografato ma l’ho subito porzionato e mangiato.e suggerisco caldamente di provarlo.
Tra le proposte dolci, alle cui lusinghe per rimorsi verso la dieta non abbiamo ceduto, vi era una pastiera fatta in casa e una serie di dolci fatti da pasticcerie locali,
Conto 37,50 totale con uno sconto operato in sede di emissione del preconto di 2,50 non chiesto e come tutte le attenzioni ricevute molto gradite.
In sintesi la Locanda del Baccalà di Marcianise è un bel locale con proposte interessanti e intelligenti, talvolta strepitose ed altre perfettibili ma sicuramente di ottimo livello.
Eccellente la materia prima, la pulizia del locale e il servizio, garbato, cordiale e ineccepibile professionalmente.
Merita la visita, anche più volte.
Per chi non ha problemi di dieta come il sottoscritto che ci ritornerà appena sarà terminata è possibile scegliere anche tra due menu degustazione da 22 e 28 euro.
Più avanti a poche decine di metri è presente uno spaccio aziendale dove è possibile acquistare baccalà e stoccafisso di ottima qualità.
La locanda del baccalà (Marcianise)
Via Santa Caterina, 32, 81025 Marcianise CE
0823.824251 oppure 3391268882
Aperti a cena dal lunedi al sabato e la domenica a pranzo
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.