La Pineta 1903 a Maiori: la cucina mediterranea all’ombra di un limoneto

La Pineta 1903 a Maiori: la cucina mediterranea all’ombra di un limoneto

La Pineta 1903 a Maiori: la cucina mediterranea all’ombra di un limoneto

Nel cuore di Maiori, in un pullulare di offerte turistiche e commerciali, la Pineta 1903 è il mondo alternativo di Carlo De Filippo.

Alternativo per scelta, per mentalità e per storia.

Eclettico e curioso.

Carlo arriva per amore a Maiori, dove resta per ragioni sentimentali e professionali, provando sin da subito a diversificare la proposta enogastronomica per offrire al cliente un’oasi di relax, ricerca e savoir-faire.

Un locale multidimensionale, dalle mille anime, come altrettanto numerose sono le passioni e le sfaccettature caratteriali di Carlo, che ha saputo creare un luogo non luogo, dove si desina in un limoneto e dove è piacevole perdersi all’insegna dello stare bene.

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Uno stare bene che è fatto non soltanto di piatti ben centrati.

Ma anche e soprattutto di un’atmosfera conviviale che è quintessenza dello spirito unico di quest’angolo di Campania.

Il menu, ampio e variegato, riserva attenzione particolare ai cocktails, tra riusciti classici, twist e versioni assolutamente personali del bere miscelato.

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La carta è uno spaccato della gastronomia mediterranea, declinata in piatti dimenticati e ammirevoli ritocchi di ricette della tradizione culinaria locale.

Cuore pulsante della proposta è il micro-pastificio interno a vista, una fucina di idee che diventa a pieno titolo laboratorio creativo, dando così forma alle ispirazioni del Patron attraverso un’ampia varietà di trafile, ciascuna realizzata con una miscela di grani ad hoc.

Da non mancare, dunque, i primi piatti, in particolare il birbone & o’ zuco ra alice, un formato tradizionale salvato dal dimenticatoio, realizzato con farina integrale e grano saraceno.

L’abbinamento con la colatura di alici, pomodoro confit, olive, capperi, granella di biscotto di Sorrento, nocciole e noci è una golosa rievocazione di sapori antichi e saperi dell’oggi.

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Altro formato recuperato dal ricettario della nonna, gli ndunderi, gnocchi ripieni di ricotta, valgono il viaggio e sembrano sfidare l’eternità nella più semplice delle salse.

Pomodorino fresco, provola affumicata e pesto di rucola.

Un boccone ricco, elegantemente verace, genesi golosa della cultura enogastronomica del territorio.

Ulteriore classico senza tempo,la Nerano è qui proposta con un tocco di creatività ed in abbinamento allo spaghettone homemade per un risultato che sa di casa e Costiera.

Segue il fil-rouge della interpretazione contemporanea di piatti tipici la parmigiana in crosta di pane, servita su salsa di pomodoro e gocce di fiordilatte di Tramonti.

Interessante per concept di fondo, si presenta come una intelligente versione “a morsi” della famosa ricetta campana, con quel q.b. di estro e croccantezza dell’esterno capace di conferire al morso una dosata originalità.

Dolci in completo accordo con il “tema” del menu per un finale che profuma di tradizione 2.0.

La sfogliatella ed il suo gelato è un gioco di consistenze, tra croccantezza della sfoglia e cremosità del gelato per un boccone decisamente dolce.

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Non è una delizia al limone.

Anticipa, sin dal nome, la “provocazione” del dessert che vuole essere la variante semifreddo della zizz’e monaca.

Proponendo al cliente un rinfrescante fine pasto, ben equilibrato nella rotondità e nell’astringenza dell’agrume.

Completa l’esperienza una carta del bere fortemente e giustamente incentrata sul territorio e Campania, con circoscritte e ragionate incursioni dei vitigni maggiormente conosciuti.

Un posto da segnare in agenda per una esperienza dall’animo inconfondibilmente autoctono, dove gustare piatti capaci di dare continuità alla tradizione gastronomica del passato.

Un ponte tra ieri ed il domani, vivendo il presente di un ristorante in continua evoluzione.

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