di Giustino Catalano
Tra le varie cose c’erano degli involtini di pasta appena bruniti che non avevo mai visto prima. Alla domanda di cosa fossero la risposta secca che ottenni fu “a pizz sfugliat” (ho messo le vocali per facilitare la lettura ma tecnicamente sarebbe (a pzz sfgl’et).
Senza chiedere cosa fosse acquistai una delle bustine con 4 pezzi che c’erano e nel continuare il mio cammino aprii e diedi un morso.
Fu un salto nel vuoto incredibile.
La sfoglia croccante con un marcato gusto di vino racchiudeva un gusto antico che raccontava in certo qual modo i tempi dei saraceni e le loro incursioni, le crociate, i gusti medioevali e le contaminazioni costiere tutto sintetizzato in abbinamento composto da uva passa e acciughe sotto sale dissalate.
Un colpo secco verso la sapidità estrema marina che definirei per renderla chiara “sgombroide” e una risalita verticale verso il dolce “solare” dell’uva sultanina. Sbam!
Tornai indietro e comprai tutte le buste!
Poi mi hanno spiegato che ne esiste anche una versione con anche le cipolle aggiunte e mi sono ricordato delle “sarde in saor” ma quella è un’altra ricetta.
Volendola ripetere a casa mi sono fatto coraggio ed ho chiesto ad uno di quelli che ritengo essere tra i più bravi panificatori di Puglia, Pascal Barbato. Eccovela.
Ingredienti
1 kg. di farina
Vino bianco (q.b. e capirete perché) meglio se aromatico come ad esempio un moscato
Pepe
Procedimento
Mettere la farina a fontana su una spianatoia e versatevi poco la volta il vino bianco lavorando l’impasto fino a pieno assorbimento del vino nella farina fino ad ottenere un impasto liscio e piuttosto asciutto. Incorporare il pepe secondo i propri gusti (ma non ce ne va tanto)
Stendere sottile quasi a velo e tagliare in fazzoletti quadrati di circa 15 cm per lato, aggiungere le acciughe precedentemente dissalate e l’uvetta. Arrotolare e chiudere in maniera similare agli involtini primavera.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° cuocendo per 10-12 minuti e fino a doratura.
Fatela e fatemi sapere come è venuta.
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