La Rivoluzione degli Spumanti Abruzzesi: Lino Olivastri e il Marchio Trabocco

La Rivoluzione degli Spumanti Abruzzesi: Lino Olivastri e il Marchio Trabocco

Con una lunga esperienza nel settore vinicolo, una maestria nel processo produttivo, e una fervente passione per l’esplorazione e la ricerca di nuove espressioni di territorialità nei vini e negli spumanti abruzzesi, Lino Olivastri, nato a Firenze nel 1968 da madre toscana e padre abruzzese di San Vito Chietino (Chieti), riveste il ruolo di direttore tecnico della compagine Vinco. Questa cantina cooperativa di secondo grado ha sede a Caldari di Ortona, nel cuore della produzione vitivinicola abruzzese, e ha un progetto molto specifico: spumantizzare i vitigni autoctoni abruzzesi. Questo ambizioso progetto ha portato alla creazione di un nuovo stabilimento lungo la statale Marrucina, che si estende su una superficie di 4.000 metri quadrati e ha una capacità di stoccaggio di 7.000 ettolitri.

Vinco rappresenta molto di più di un’azienda vinicola; è un progetto di filiera che riunisce oltre 2.000 soci, vignaioli e viticoltori della provincia di Chieti.

È un marchio collettivo, noto come “Spumanti d’Abruzzo Doc Trabocco“, che sta contribuendo all’aggregazione della comunità, alla riscoperta dell’identità locale e all’opportunità di miglioramento economico e sociale.

Lino Olivastri condivide con noi la sua prospettiva sulla nuova operazione “Trabocco Spumante d’Abruzzo Doc” del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo. Con una lunga carriera nel settore dello spumante abruzzese, dove ha lavorato con Citra dal finire degli anni ’90, selezionando vitigni autoctoni per il Metodo Classico e gestendo le fasi di presa di spuma per il Metodo Italiano, Olivastri osserva con favore l’evoluzione rappresentata da Trabocco.

Finalmente la formulazione della nuova Doc Abruzzo nel 2010 e il successivo inserimento della tipologia Spumante Metodo Italiano, più il marchio collettivo Trabocco riservato a vini spumanti prodotti nella regione con vitigni autoctoni, i cinque bianchi Montonico, Passerina, Pecorino, Cococciola e Trebbiano abruzzese, altrimenti noto come ‘Sbagarina’, e il nostro rosso per eccellenza, il Montepulciano vinificato in rosé”, afferma Olivastri. Questa evoluzione è un passo fondamentale per l’Abruzzo, poiché i vini spumanti prodotti nella regione sono ora riconosciuti con denominazione, mentre in passato venivano elaborati fuori regione.

Secondo Olivastri, questo cambiamento è significativo non solo per la provenienza dell’uva, ma anche per la qualità

“Cambia che la materia prima che andava fuori regione per essere elaborata era o un vino senza alcuna denominazione o da uva prodotta nell’ambito dei disciplinari Igp. Adesso obbligatoriamente rimane in regione, tutta la filiera è locale: uva da vigneti doc, qualità garantita superiore, bio e tutto quanto è correlato. Il discorso è che mentre prima non avevamo capacità tecnologica di trasformazione, cioè autoclavi, sistemi di imbottigliamento isobarico e tutto ciò che conclude il processo di spumantizzazione, adesso sì. Ci sono gli investimenti per farlo, la Regione Abruzzo ha creduto nel progetto, è nato Vinco, la possibilità di chiudere la filiera sul territorio. Tecnologicamente ci siamo attrezzati e siamo anche all’avanguardia.”

Ma mentre la qualità si fa strada, Olivastri riconosce che la sfida ora è posizionare questi spumanti sul mercato con i giusti prezzi

“Per i posizionamenti commerciali è ancora presto, ma so che saranno più alti rispetto ai vini fermi prodotti da quelle stesse uve. Ci auguriamo che gli spumanti trascinino in alto anche il valore dei vini. Dei 34mila ettari di vigneto Abruzzo auspichiamo che la destinazione per uve base spumante si traduca in redditività maggiore. La nostra mission è ridare dignità al lavoro del viticoltore aumentando il valore della produzione lorda vendibile: riscatto etico ma soprattutto economico e sociale.”

Guardando al futuro, Olivastri non smette di sperimentare

Sul fronte bianco, sta esplorando diverse cuvée per il Metodo Italiano, con l’obiettivo di creare una versione rappresentativa dell’Abruzzo, utilizzando solo vitigni autoctoni.

“Sono alla ricerca di una cuvée per metodo italiano che sia rappresentativa dell’Abruzzo, nulla toglie che la sperimentazione ci porterà in futuro a creare una cuvée di tutti autoctoni bianchi. Sarà quella perfetta? Perfettibile? La stiamo ricercando. Diciamo intanto che man mano che sperimentiamo avremo modo di condividere assaggi, degustazioni con opinion leader e con il pubblico, abbiamo in mente tante cose per trovare la formula ideale secondo noi della cuvée territoriale di un bianco base spumante metodo italiano.”

Infine, anche sul fronte dei vini rossi e rosati, ci sono progetti in corso.

“Stiamo ricercando un vitigno autoctono a bacca rossa che possa affiancare il Montepulciano, è ora di pensarci. Certo è che non butteremo giù dal trono il nostro glorioso vitigno, un camaleonte enologico, straordinario affinato, eccellente vinificato in rosé. È un progetto all’attenzione di tutta la regione, di più non dico.”

Lino Olivastri e Vinco stanno portando avanti un’innovazione significativa nel settore vinicolo abruzzese, scommettendo sull’autenticità del territorio e dei vitigni autoctoni. La loro missione è non solo produrre ottimi spumanti ma anche creare un cambiamento positivo nell’economia e nella cultura del vino in Abruzzo.

 

 

Jolanda Ferrara

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