La Vernaccia di San Gimignano si fa strada e conquista per qualità e potenzialità

La Vernaccia di San Gimignano si fa strada e conquista per qualità e potenzialità

Sempre più Ribelle, la Vernaccia di San Gimignano si fa strada e conquista per qualità e potenzialità

Sempre più Ribelle, la Vernaccia di San Gimignano, segue il passo di Montalcino e punta su maggio per far conoscere in anteprima le sue annate.

Con le sue torri svettanti, come in un paesaggio delle fiabe, la città di San Gimignano, lo scorso 16 maggio 2024, ha aperto le sue porte prima alla stampa di settore e poi al pubblico di appassionati, in occasione della seconda edizione del Vernaccia di San Gimignano Wine Fest.

L’evento interamente dedicato al grande vino bianco di Toscana, voluto e organizzato dal Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano.

Una realtà ricca di storia.

Attraverso il suo vino simbolo, continua a esprimere la propria cultura, la propria identità, il proprio territorio, rimanendo fedele a sé stessa con una proiezione decisa verso il futuro.

Come ha sottolineato la Presidente del Consorzio, Irina Strozzi, che ha aperto ufficialmente la manifestazione nella suggestiva Sala comunale di Dante:

«Il Regina Ribelle Wine Fest vuole essere un evento di celebrazione straordinaria di questa Denominazione millenaria, che vanta una storia senza paragoni, un vino “unico, nobile e ribelle”, come declama il suo claim.

Si tratta dell’unica Denominazione di origine controllata e garantita (1993), bianca toscana, da sempre protagonista della storia vitivinicola nazionale, la prima DOC italiana (1966), che ha sempre trovato nel suo territorio il suo più grande alleato, sviluppando con esso una perfetta armonia e simbiosi.

Una Regina Bianca che non teme le sfide del tempo ma riesce a coglierne le opportunità, conquistando i palati nel mondo.

Per tutto questo, il Regina Ribelle Vernaccia di San Gimignano Wine Fest diventa la celebrazione della Vernaccia di San Gimignano, del suo prezioso territorio e dei suoi più veri custodi, i nostri produttori.

Quest’anno il Regina Ribelle diventa l’Evento con la E maiuscola per la Vernaccia di San Gimignano.

Quattro giorni dedicati solo a questa denominazione straordinaria, con i primi due giorni dedicati in esclusività agli addetti al settore e i successivi due giorni dedicati all’incontro del grande pubblico.

Con questo progetto non solo la Vernaccia si erge in alto delle sue torri, ma tutta la Città di San Gimignano si tinge del colore del suo vino, l’oro, finalmente facendosi vedere al mondo non solo come la città di grande fama che conosciamo, ma presentandosi col ruolo attivo e attuale di Città del Vino a tutto tondo.

Questa città oggi diventa quella che celebra la denominazione che le è sempre appartenuta, la più antica in Toscana il cui primo documento ufficiale ricordiamo è del 1276, con i suoi ottocento anni di storia sul territorio che non ci stancheremo mai di rimarcare e ricordare, perché davvero caso unico.

Un percorso secolare che l’ha vista sempre come grande protagonista dell’eccellenza, dove questo termine oggi tanto utilizzato, è stato, fino dagli inizi, attribuito alla Vernaccia di San Gimignano con una connotazione, possiamo dire, già moderna.

La sua presenza ai grandi banchetti dei signori più illustri dava lustro, permettendo di far vantare i fortunati commensali di uno status symbol che solo questo vino era in grado di attribuire: il prestigio.

Un vino di status ma anche protagonista e compagno della vita quotidiana e culturale nelle bellezze, nelle difficoltà, nei momenti storici nel corso dei secoli».

Ed effettivamente se si ripercorrono i testi della letteratura attraverso i secoli, si scoprono quelle che venivano ritenute le sue proprietà curative, digestive e terapeutiche; basti pensare alla delibera del Consiglio generale di Siena del 6 dicembre 1359, che per contrastare il diffondersi della peste, incentivava la vendita e il consumo di Vernaccia ritenuta un toccasana per la salute.

Ma anche Santa Caterina da Siena riponeva molta speranza nell’uso topico del vino Vernaccia, e suggeriva di applicarne qualche goccia sui polsi e sulle tempie.

Le testimonianze secolari ci raccontano, poi, che la Vernaccia di SG è stata precursore anche per quel che riguarda delle vere e proprie indicazioni circa concetti moderni enologici, degustativi, qualitativi e enogastronomici.

Ne è di esempio il trattato di Jeofrois de Wateford (e dal vallone Servais Copale), “le segré des segrez” scritto intorno al 1330, un vero e proprio testo enologico, dove la Vernaccia viene descritta come il vino di qualità migliore perché moderatamente forte e dal profumo delicato. “

Quando penetra in bocca, lusinga le narici e conforta il cervello.

Si lega bene al palato senza ferirlo, al cuore dà gioia e allegria e, in verità, di tutti i vini è il non plus ultra”

Due giorni di assaggi, intervallati dalla scoperta delle bellezze artistiche cittadine e dalle opere presenti nella Galleria Continua in occasione della mostra di Ai Weiwei, visionario artista cinese.

E la giornata dedicata interamente alle visite in azienda, sono state le novità introdotte per questa edizione.

Inoltre, l’inaugurazione di Regina Ribelle ha ospitato il prestigioso Premio Gambelli, assegnato ogni anno al miglior enologo under 40, promosso da Aset Toscana (Associazione Stampa EnoGastroAgroAlimentare Toscana) in ricordo del maestro assaggiatore Giulio Gambelli.

Quest’anno è stato assegnato a Ovidio Mugnaini, giovane enologo toscano, giudicato il migliore nell’esaltare le tipicità di ogni vitigno, le caratteristiche del territorio e l’annata vendemmiale.

Così alla stampa di settore sono state presentate oltre all’annata 2023, particolarmente complessa per tutte le denominazioni italiane, le 2022, 2021, per la Vernaccia di San Gimignano Selezione mentre 2022, 2021 e 2020, per le Riserve con alcune eccezioni relative a vini che escono in commercio uno o due anni dopo.

Trentasette le aziende partecipanti e 88 i campioni in degustazione, che hanno sorpreso positivamente per l’andamento generalizzato, facendo emergere una crescita maggiore dal punto di vista qualitativo ed espressivo.

Molti vini già godibili, altri mostrano tutto il loro potenziale, anche nelle selezioni e nelle riserve si sono riscontrate punte di eccellenza. Quello che è evidente è che nonostante le difficoltà climatiche, la Vernaccia di San Gimignano ha dimostrato la sua stoffa e la voglia di questa storica e ribelle denominazione di farsi strada e di farsi conoscere in tutta la sua bellezza, eleganza e profondità.

Tra le Docg Vernaccia di San Gimignano 2023, da segnalare in particolare le seguenti:

Clara Stella di Cappellasantandrea; Casa Lucii; Cesani; il Nicchiaio di Poggio Alloro; Fattoria di San Donato; Selvabianca de Il Colombaio di Santa Chiara; Hydra de Il Palagione; Le Postine dell’azienda La Roccaia: Vigna del Sole di Pietraserena; Madama Dorè di Poderi Arcangelo; San Benedetto; Signano; il Poggiarelli; Tenuta La Vigna; Tenuta Le Calcinaie, Vagnoni e Lunario di Tollena.

Interessanti anche le 2022, su tutte si distinguono il Viti Sparse di Terre di Sovernaja; Donna Gina di Fattoria Di Fugnano; il Campo della Pieve de Il Colombaio di Santa Chiara; Tollena e Lyra 2021 del Palagione.

Riguardo le Riserve 2022 – 2021 – 2020 – 2019:

La Lastra 2022; Macinatico 2022; Tenuta La Vigna 2022; Vigna ai Sassi 2022 di Tenuta Le Calcinaie; Prima Luce 2021 di Cappellasantandrea; Assola 2021 di Terre di Sovernaja; L’Albereta 2021 de Il Colombaio di Santa Chiara; Antalis 2021 di Mormoraia; Signorina Vittoria 2020 di Tollena e in chiusura Mareterra 2019 di Casa Lucii.

 

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