La zeppola del pasticciere Caldarelli dedicata al paroliere Vincenzo Russo nei 120 anni dalla scomparsa
La zeppola del pasticciere Caldarelli dedicata al paroliere Vincenzo Russo nei 120 anni dalla scomparsa
Una “pellicola” d’altri tempi con incursioni nei vicoli del centro storico a rimarcare una antica tradizione partenopea che, proprio nella condivisione, trova la sua naturale espressione identitaria. Sullo sfondo luoghi ma anche persone accumunate, oltre che da un grande sentimento per Napoli, per il dolce d’eccellenza legato al 19 marzo: la zeppola.
Fritta o al forno, il dilemma che da sempre accompagna la scelta dei palati, è una vera bontà e Raffaele Caldarelli ogni anno propone una novità: accanto all’intramontabile versione crema e amarena, eccole al pistacchio, al cioccolato, al babà e al caramello solo per citare qualche gusto.
La zeppola del pasticciere Caldarelli dedicata al paroliere Vincenzo Russo nei 120 anni dalla scomparsa
“Un momento di grande emozione ma anche di grande spontaneità perché Napoli è una città a cuore aperto e girare nei vicoli è stata un’esperienza straordinaria ed indimenticabile – spiega Raffaele Caldarelli – il 2024 poi è un anno importante per il capoluogo campano perché ricorre il 120esimo anniversario della morte di uno dei più grandi parolieri napoletani, particolarmente caro allo scrittore Maurizio de Giovanni: Vincenzo Russo. Il poeta fragile, così definito per le sue condizioni di salute precarie che lo portarono ad una morte prematura, è autore di alcuni dei capolavori musicali più belli della storia di Napoli: “Maria Marì” “Torna Maggio” e l’indimenticabile “Ì te vurrìavasà” sono solo alcuni dei suoi brani. Un modo – conclude il pastrychef – per ricordare l’uomo ed il poeta che con i suoi versi ha fatto innamorare un’intera città”.