L’abbattimento dei suini nei santuari: il caso di ‘Cuori Liberi’

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Dopo l’insorgere della Peste Suina Africana nel Pavese e le necessarie azioni di abbattimento dei suini per contenere la malattia, si è verificata una forte reazione da parte degli attivisti per i diritti degli animali

Ne sono giunti da tutta Italia e da vari paesi europei per protestare contro l’abbattimento degli animali, sostenendo che questa azione nei santuari, in particolare presso il rifugio “Cuori Liberi” di Zinasco, è stata inutile e crudele.

suina

Elio Martinelli

Il presidente di Assosuini, Elio Martinelli, ha sottolineato che secondo il dottor Elisa Trogu, medico veterinario e suiatra, il diffondersi della Peste Suina Africana nei rifugi è stato causato da negligenza e incompetenza da parte dei gestori. La sofferenza degli animali contagiati da questa malattia è estremamente dolorosa, superiore a quella di un abbattimento in un macello, e nessuno ha agito per prevenire la diffusione del contagio. Paradossalmente, questi cosiddetti “amanti degli animali” hanno contribuito involontariamente alla diffusione della malattia.

Questi rifugi spesso non rispettano le esigenze degli animali e li tengono in condizioni inadatte. Questi animali spesso soffrono di obesità, sono privati della possibilità di esplorare e interagire con i loro simili, e sono inconsapevolmente malati. Inoltre, i suini generalmente evitano il contatto umano, ma nei rifugi di questo tipo, sono costretti ad incontri quotidiani con visitatori che li toccano e accarezzano costantemente, causando loro un elevato stress.

Nei rifugi animalisti di questo genere, la realtà è distorta. Questa situazione è spesso dovuta alla mancanza di conoscenze e competenze dei gestori dei rifugi, i quali spesso non hanno una formazione veterinaria appropriata e ignorano le complesse esigenze degli animali.

La cura degli animali è un’attività seria che richiede competenza, conoscenza specialistica e razionalità. Pertanto, dovrebbe essere vietata a coloro che utilizzano gli animali come pedine per promuovere le proprie ideologie, sacrificandoli in cambio di fugaci momenti di notorietà ottenuti attraverso eventi come quelli verificatisi presso il rifugio “Cuori Liberi”.

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