L’ananas, una storia di “frutta a noleggio”
- Giustino Catalano
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di Giustino Catalano
Quando possedere un ananas era uno status symbol. Storia di “frutta a noleggio”. Sembrerà impossibile da crederci ma c’è stato un tempo che possedere un ananas era come possedere oggi una Ferrari.
Andiamo per gradi.
Si ritiene che l’ananas abbia avuto origine nelle foreste pluviali brasiliane. Gli ananas erano raccolti e consumati dalle tribù native e si sono poi diffusi in tutto il Sud e Centro America.
Quando Cristoforo Colombo in uno dei suoi viaggi nel nuovo mondo vi si imbatté nel 1493 ne rimase fortemente colpito.
Il nome del frutto deriva da nanà, il modo in cui era chiamato nella lingua guaranì dei nativi d’America. Gli spagnoli poi chiamarono il frutto “piña” per la sua somiglianza con una pigna e divenne molto apprezzato dalla regina Isabella. Gli inglesi aggiunsero la parola “apple” alla fine di piña, per associare il nuovo frutto alle mele cui somigliava all’epoca per la consistenza della sua polpa.
Fu un successo in tutto il Regno Unito dove venivano coltivati in serre con grande dispiego di personale e giardinieri che garantissero le condizioni climatiche idonee al loro accrescimento e maturazione.
Le tecniche di coltivazione e i relativi costi finirono con l’incidere in maniera importante sul costo delle stesse.
L’importanza sociale rivestita da questo frutto è reperibile anche in un dipinto del 1675 dove il giardiniere reale John Rose dona inginocchiato all’allora Re d’Inghilterra Carlo II il primo ananas racconto nei tenimenti reali.
Va da sé che un simile prodotto fosse ricercatissimo dall’aristocrazia arrivando persino a costare l’equivalente odierno della stratosferica somma di 8.000 dollari per un solo ananas!
E chi non poteva permetterselo lo noleggiava e ci andava a passeggio, come negli anni ’70 le signore a teatro con le pellicce o come chi ha un orologio di valore al polso. All’epoca (1700 circa) si camminava per le strade di Londra con un ananas tra le mani e spesso lo si faceva accompagnati da una guardia del corpo che tutelasse i malintenzionati dal rubarla.
Oggi la differenza di prezzo tra ananas è solo tra quelli provenienti dal Sud America e quelli provenienti dall’Africa con maggiore valore dei primi sui secondi e tra quelli importati via nave, e quindi raccolti ancora verdi, e quelli importati per via aerea e quindi raccolti un paio di giorni prima dalle piante già maturi e profumati. I secondi, se avete la possibilità di reperirli, valgono l’intera somma spesa. È quasi come mangiarli sul posto.
Per chi non lo sapesse l’ananas cresce con un solo frutto su una pianta bassa che somiglia, in maniera molto approssimativa, alla pianta dei carciofi.
Dalle originarie oltre 2.000 varietà oggi se ne reperiscono in commercio non più di una dozzina.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.