Le alici “felici”. Le alici di menaica.
- Giustino Catalano
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Nelle acque cristalline della costa cilentana si nasconde un tesoro culinario: le alici di menaica.
Queste alici, pescate nella tradizionale rete menaica, sono un prodotto pregiato e amato in tutta la Campania, grazie al loro sapore intenso e alla consistenza morbida e delicata.
Ma cosa rende le alici di menaica così speciali?
Partiamo dalla rete menaica, una tecnica di pesca antica che risale all’epoca greca.
Questa rete, composta da un anello di rete e una serie di reti sospese, viene calata in mare a mano, creando una sorta di recinto per i pesci.
La rete poi viene tirata su, permettendo ai pescatori di selezionare le alici più grandi e lasciare libere le più piccole.
E’ una pesca tradizionale tipica dei comuni di Pisciotta, Acciaroli e Pollica nello struggente Cilento.
La sua valorizzazione si deve a Vito Puglia che con Slow Food accese i riflettori su questo metodo di pesca antichissimo e sulla conservazione delle alici appena pescate. Oggi è un Presidio Slow Food che sostiene anche alcuni piccoli pescatori.
Le alici di menaica, una volta pescate, vengono poi lavorate a mano, una per una, in modo da rimuovere le interiora e la testa. Successivamente, vengono conservate in salamoia, acqua e sale, senza l’aggiunta di conservanti o altri additivi.
Ma “menaica” è chiamata anche la barchetta a remi su cui escono i pescatori: lunga circa 8 metri, ha tre panche dove si sistemano i sei rematori per vogare e un posto a poppa per la “palella”, il settimo pescatore che compensa chi rema più debolmente.
Solo negli ultimi anni sulle menaiche sono stati montati piccoli motori per andare a largo più agilmente, subito spenti una volta lanciate le reti, per non far allontanare le alici che si muovono in banchi.
In questa antica tecnica di pesca è racchiusa anche un’altra circostanza che contribuisce a rendere le alici uniche nel loro genere.
Le alici più grandi, restando impigliate nella maglia calibrata appositamente per imprigionarla, e ancora oggi misurata in “palmi napoletani”, finiscono con il ferirsi e dissanguarsi rendendo le carni ancora più delicate e tenere.
Il risultato è un prodotto gustoso e genuino, dal sapore intenso e dalla consistenza delicata, perfetto per essere gustato da solo o in ricette tradizionali come la pasta con le alici, nelle insalate o prima ancora di salarle crude con un filo di olio extravergine di oliva pisciottana.
Il periodo giusto per pescarle è da aprile a giugno durante la notte quando il mare è calmo.
Oltre alla loro eccellente qualità gastronomica, le alici di menaica sono apprezzate anche per il metodo di pesca sostenibile e a basso impatto ambientale riconosciuto come tale dalla stessa comunità europea. La pesca con la menaica viene infatti praticata in modo selettivo, permettendo di preservare l’ecosistema marino e di ridurre al minimo i danni al sistema di riproduttivo della specie che viene pescata.
Questo tipo di pesca è documentato sin dal 1700 e da allora ad oggi sono cambiate pochissime cose se non la lavorazione che anticamente era svolta sulla battigia stessa con l’acqua di mare.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.