Le prospettive del settore vitivinicolo Italiano sul tavolo dei più grandi esperti del settore
Nell’Enoteca Provincia del Trentino a Palazzo Roccabruna, la Scuola Enologica ‘F. De Sanctis’ di Avellino presente all’ “Incontro Scuole Enologiche Italiane – Fondazione Edmund Mac” coordinato dal Direttivo Nazionale delle Scuole Enologiche d’Italia.
Al tavolo degli esperti dibattito aperto sul futuro del settore vitivinicolo.
Tra le numerose presenze autorevoli del mondo del vino, c’erano anche il professor Attilio Scienza, esperto internazionale di viticoltura internazionale, Paolo Brogioni, direttore nazionale Assoenologi Italia, e Manuel Penasa, dirigente dell’Istituto Tecnico Agrario di San Michele all’Adige.
Il Direttivo Nazionale delle Scuole Enologiche d’Italia, recentemente riunito per discutere di molti dei temi ampiamente dibattuti sul panorama enologico italiano.
Ha messo in evidenza la riforma del cosiddetto 4+2 degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) d’Italia, che prevede la riduzione a 4 anni della formazione alle superiori con l’integrazione biennale degli stessi.
A questo, una larga parentesi è stata riservata alla valorizzazione della figura dell’Enotecnico, il cui ruolo, a differenza della gestione e direzione dell’enologo, si concentra sul percorso tecnico del processo in cantina.
Una figura professionale estremamente richiesta nel settore.
E che, negli anni, sta assumendo un ruolo fondamentale per garantire il processo qualitativo delle fasi tecniche della produzione vinicola e attiva all’interno dell’Istituto Tecnico Agrario “F.De Sanctis” di Avellino.
Fondamentale l’intervento del professor Attilio Scienza, autorevole figura del parterre di esperti di respiro internazionale.
Sul tema della viticoltura ha messo in luce processi e prospettive evoluzionistiche del mondo del vino con attenzione alla delocalizzazione e alle conseguenze del cambiamento climatico.
Sulla delocalizzazione del vigneto è stata analizzata l’opportunità alla liberalizzazione della filiera e l’introduzione di nuovi prodotti a consumo esperienziale, aprendo nuove prospettive di “migrazione del vigneto”.
Tra le tematiche emerse, anche l’automazione e la digitalizzazione in vigna e in cantina per la promozione dei processi di una viticoltura sostenibile sempre più green.
Pertanto, si punta alla realizzazione di una filiera smart e all’innovazione e, quindi, ad una sempre più specializzante formazione degli enotecnici del futuro.
Inoltre, sono state promosse anche le attività di gestione delle tecnologie digitali destinate a rivoluzionare il sistema di conoscenze.
L’innovazioni in agricoltura attraverso le funzioni big data, intelligenza artificiale e i servizi di consulenza su piattaforme digitali sono fondamentali per diffondere informazioni automatizzate nei settori della diagnosi delle malattie.
Della gestione dei parassiti, dell’irrigazione e della vendemmia.
La Scuola Enologica di Avellino, rappresentata dal dirigente scolastico Pietro Caterini.
Egli ha portato il suo contributo, partecipando attivamente all’argomento con un contributo sul processo di sviluppo futuro del settore vitivinicolo italiano.
Richiamando l’attenzione sul Brandy di Avellino, che continua a ricevere attestati di apprezzamento e conferma la qualità e l’eccellenza del prodotto partendo dal lavoro degli allievi, congiuntamente alla storia di un prodotto di qualità del made in Italy.
Il Direttivo Nazionale delle Scuole Enologiche d’Italia rimane impegnato nel promuovere l’innovazione e l’eccellenza nel settore enologico, lavorando con determinazione per plasmare un futuro sostenibile e di successo per la viticoltura italiana.
Sulla giornata, il dirigente scolastico Pietro Caterini ha dichiarato:
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