Le radici storiche e culturali del riso in Asia

Le radici storiche e culturali del riso in Asia

Le radici storiche e culturali del riso in Asia

Il riso, cereale essenziale per miliardi di persone nel mondo, vanta una storia millenaria che affonda le sue radici nell’Asia.

L’Oryza sativa, originaria di questo continente, ha plasmato civiltà, influenzato culture e dato vita a tradizioni che ancora oggi persistono.

Le regioni asiatiche, dalle pendici dell’Himalaya fino al Sud-Est asiatico, sono state la culla della coltivazione del riso, un’attività che ha visto lo sviluppo di pratiche agricole, cerimonie e usanze che ne attestano l’importanza e il valore simbolico.

La nascita della coltivazione del riso in Cina

In Cina, il riso ha avuto un ruolo cruciale sin dai tempi delle prime dinastie.

Le testimonianze archeologiche rinvenute nella regione di Hemudu, nella provincia di Zhejiang, indicano che la risicoltura vi era praticata già 6.000 anni fa.

L’archeologo Wang Zaude, con i suoi studi condotti negli anni ’70, ha documentato la coltivazione di questo cereale in siti come Pengloushan, dove grani di riso risalenti all’8200 a.C. sono stati rinvenuti in ciotole rituali, sottolineando l’importanza sociale del riso nell’antica Cina.

Le pratiche rituali e il ruolo imperiale

L’importanza del riso nella cultura cinese non si limitava alla coltivazione.

Cerimonie imperiali celebravano la semina del riso come atto propiziatorio.

Gli imperatori, seguiti dai nobili di corte, avviavano la stagione agricola gettando simbolicamente i primi semi nel terreno.

Durante il regno di Kang Hi, uno dei sovrani appassionati di agricoltura, venne selezionata una varietà di riso precoce, adatta ai climi rigidi del nord, che venne chiamata Yu Mi, o “riso imperiale”.

Questa varietà segnò una svolta nella produzione agricola cinese, assicurando rese più elevate in aree difficili.

Il riso come simbolo di fertilità e abbondanza

Oltre a nutrire la popolazione, il riso divenne un simbolo di fertilità e abbondanza.

In tempi remoti, solo le donne potevano coltivarlo, poiché il cereale era considerato sacro e legato alla capacità di generare.

Questa esclusiva tradizione matriarcale precedette di secoli la dinastia Qin e persistette durante i periodi Xia e Shang, quando le donne svolgevano un ruolo centrale nella società agricola.

Con il tempo, tuttavia, la coltivazione si estese a tutta la popolazione.

L’introduzione del riso in Giappone e la cultura Yayoi

La diffusione del riso si estese dall’Asia continentale fino al Giappone.

Introdotto intorno al 2000 a.C., durante l’era Yayoi, il riso giunse inizialmente nell’isola di Kyushu, con migrazioni dalla Cina e dalla Corea.

I primi documenti storici giapponesi, il Kojiki e il Nihon Shoki, risalenti al VIII secolo d.C., testimoniano l’importanza della risicoltura nell’antico Giappone, dove il riso veniva impiegato per la produzione del sakè, una bevanda fermentata che divenne simbolo nazionale.

La varietà delle colture e la produzione artigianale di bevande

Il riso in Asia non era solo una fonte di nutrimento ma anche la base per la produzione di bevande alcoliche fermentate.

Sin dalla dinastia Zhou, la fermentazione del riso per ottenere sakè e altri alcolici era una pratica diffusa in Cina, Corea, Giappone e in gran parte dell’Asia.

In Cina, i riferimenti al riso nelle poesie e nei testi antichi includono bevande a base di riso, mentre in Giappone, alcune varietà di riso venivano coltivate specificamente per la produzione di sakè.

Il riso ha lasciato un’impronta profonda e duratura nelle civiltà asiatiche, accompagnando lo sviluppo delle culture orientali e diventando simbolo di vita e di prosperità.

Le sue origini, legate alle antiche dinastie, nonché la sua diffusione in tutto il continente, rappresentano una straordinaria testimonianza di come un singolo cereale possa influenzare la storia e l’evoluzione delle società.

 

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