Le ricette di QB: polenta di castagne e ossi di maiale

Le ricette di QB: polenta di castagne e ossi di maiale

Le ricette di QB: polenta di castagne e ossi di maiale

La polenta di castagne e ossi di maiale è un piatto che affonda le sue radici nella tradizione contadina italiana, un’esplosione di sapori autentici che racconta la storia di un tempo in cui il cibo era simbolo di festa e condivisione.

In Friuli, questo piatto era il protagonista del “purcità”, la macellazione del maiale, un evento che garantiva cibo sostanzioso per tutto l’anno.

In molte regioni italiane, gli ossi di maiale bolliti accompagnati dalla polenta sono un classico intramontabile.

Questa ricetta, proveniente dalla Garfagnana e dalla Valle del Serchio, utilizza la farina di castagne, chiamata localmente “farina di neccio”, che conferisce al piatto un sapore dolce e avvolgente.

Ingredienti per 4 Persone

  • 3 ossi di maiale a persona (ben polposi)

  • Carota, sedano, cipolla per il brodo

  • 2 litri d’acqua

  • 600 g di farina di castagne

  • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva

  • Sale e pepe q.b.

Preparazione

  1. Brodo di ossi: Lessate gli ossi in acqua abbondante con carota, sedano e cipolla per circa 2 ore. Teneteli in caldo.
  2. Polenta: Portate l’acqua a bollore in una pentola capiente. Versate a pioggia la farina di castagne, mescolando continuamente per evitare grumi.
  3. Aggiungete sale e cuocete per circa 40 minuti, fino a ottenere una polenta morbida.
  4. Servizio: Servite la polenta calda con gli ossi di maiale.

Questa ricetta è stata gentilmente fornita da Il Ciocco Tenuta e Parco, un luogo dove la tradizione e la natura si fondono in un’esperienza unica. Immerso in 600 ettari di parco naturale, Il Ciocco offre un’oasi di pace e relax, lontano dalla frenesia della vita moderna.

Il nome “Il Ciocco” è un omaggio al poeta Giovanni Pascoli, che amò profondamente la Valle del Serchio, definendola “La Valle del Bello e del Buono”.

Autore

  • Romanutti

    Friulana di nascita, triestina di adozione. Quanto basta per conoscere da vicino la realtà di una regione dal nome doppio, Friuli e Venezia Giulia. Di un'età tale da poter considerare la cucina della memoria come la cucina concreta della sua infanzia, ma curiosa quanto basta per lasciarsi affascinare da tutte le nuove proposte gourmettare. Studi di filosofia e di storia l'hanno spinta all'approfondimento e della divulgazione. Lettrice accanita quanto basta da scoprire nei libri la seduzione di piatti e ricette. Infine ha deciso di fare un giornale che racconti quello che a lei piacerebbe leggere. Così è nato q.b. Quanto basta, appunto.

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