Le serate pazze di Daniele Gourmet

Il PAstry chef Romano, Giuseppe Maglione e Rosa Iandiorio

Le serate pazze di Daniele Gourmet

Può un uomo non desiderare di fare una cosa e quando vi è costretto dalla vita, e poi farla al massimo?

Si ma solo se quell’uomo ha idee speciali.

Giuseppe Maglione è quell’uomo. Figlio d’arte, papà pizzaiolo, napoletano di nascita, frequenta l’Alberghiero di Bagnoli dove si diploma cuoco.

 

Ma la cucina e la pizzeria meno che mai non sono ciò che gli interessa fare.

Giuseppe Daniele e una produttrice di Pecorino Bagnolese del Consorzio
Giuseppe Daniele e una produttrice di Pecorino Bagnolese del Consorzio

Così da giovane diplomato e da ragazzo che ha sempre lavorato mette in piedi con dei soci un’impresa edile. La società vola e Giuseppe dopo pochi anni decide di sposarsi.

In viaggio di nozze il suo commercialista lo chiama e gli dice che al ritorno devono parlare ma che non si deve preoccupare. Al rientro scopre che i suoi soci lo hanno messo sul lastrico sottraendo anche i proventi della società.

Chiunque altro si sarebbe avvilito ma Giuseppe è un uomo di idee e spunti. Si trasferisce ad Avellino dopo alcuni mesi di stress e apre un locale con la sua famiglia. Poi nasce “Daniele Gourmet”, dove Daniele è il cognome – molto frequente nel capoluogo campano – della nonna.

Il locale risente l’influenza delle capacità di Giuseppe abbinate a una ricerca sul territorio irpino importante sia per le eccellenze adoperate che per la valorizzazione di una rete di aziende.

La sorella Lia apre l’Osteria “’a Malafemmena” nella vicina Monteforte Irpino e propone la cucina tipica partenopea senza se e senza ma.

La fusion tra tradizione partenopea e tipicità irpina è decisamente il punto di forza e, per quel che ho avuto modo di vedere, la firma del locale di Giuseppe.

Ed è proprio il locale ad essere vissuto e letto in chiave anche nuova e contemporanea con eventi che spesso, anche con cadenza mensile, travalicano il concept food per leggere la convivialità tra avventori casuali in un clima anche nuovo e festoso.

“Pazzi di pizza” del 2 aprile scorso è stata proprio una di quelle serate.

I Sanamalocchio
I Sanamalocchio

Un locale gremito con tra i tavoli l’orchestrina “Sanamaloocchio” che tra pazziariello, munaciello, zingarella e popolano hanno animato la serata, non facendo mancare nemmeno la posteggia napoletana.

Tra un canto, un ballo e una dedica sui tavoli, la cucina si è intrecciata con la friggitoria, la pizzeria e la proposta di Lia.

In antipasto infatti la partenza è stata assolutamente grintosa. Piatto unico con casatiello, mozzarella in carrozza, e tris di montanarine (genovese e fonduta di parmigiano, polpettina al ragù e crema di ricotta, parmigiana e fonduta di provola).

Antipasti
Antipasti

Nulla da eccepire. Tutto buonissimo con un applauso su tutto alla genovese che era assolutamente eseguita alla perfezione.

C’è un passaggio con la trippa al sugo. Buona ma io che sono assai campagnolo l’avrei preferita più scura e piccante. Ma sono gusti.

Trippa
Trippa

Ad accompagnare il vino spillato dalla botte che è a mio avviso la cosa più bella e furba che si possa fare. Fa territorio, fa semplicità, accorcia le distanze verso il vino e dà un senso di convivialità.

Prima che si avesse l’uno-due sulle pizze di cui poi dirò Lia Maglione ha colpito con il migliore dei ganci: la lardiata.

La lardiata
La lardiata

Confesso che questo piatto mi farà piombare a sorpresa nel locale ‘A Malafemmena per vedere fino a che punto questa simpatica e sorridente cuoca è capace di eguagliare le gesta delle donne della mia famiglia sui piatti tradizionali. Ed io ho origini nella Sanità di Napoli dove sono cresciuto. Si sappia!

Buona, fatta a mestiere e condita con ricchezza e abbondanza. E che ti fa Giuseppe Maglione? Ti fa arrivare il suo pane per fare la scarpetta. Ma allora ditelo che volete esagerare.

Scarpetta con il pane di Maione
Scarpetta con il pane di Maione

 

Saluto la dieta, il nutrizionista e la patente. Vado con il secondo bicchiere mentre lustro indecorosamente il fondo del piatto con il buon pane.

È la volta poi delle pizze.

Rifugio nel bosco
Rifugio nel bosco
Favola
Favola

Rifugio nel bosco (Crema di asparagi, fiordilatte, asparagi bardati di pancetta, olive nere e fiocchi di formaggio) e Favola (crema di fave, pancetta arrotolata messa a rese in uscita, fave scottate e pecorino bagnolese in uscita).

Oltre ad un impasto chiaramente di matrice integrale a Giuseppe Maglione va riconosciuta un’organizzazione da grande cucina dove nell’attiguo laboratorio viene tutto lavorato e porzionato preventivamente.

Rifugio nel bosco spicchio
Rifugio nel bosco spicchio

Questo consente di premiare organizzazione, prodotto, contenimento dei costi e degli sprechi e proposte anche innovative senza esagerare.

Favola spicchio
Favola spicchio

Una nota di assoluto merito è da attribuire al Gluten free che ho avuto modo di assaggiare grazie al fatto che di fronte a me sedeva Alfonso Del Forno, esperto in materia sia di gluten free che di birre.

Montanarina alla genovese gluten free
Montanarina alla genovese gluten free

Delle due ottime pizze personalmente mi è piaciuta più la favola per il gioco di consistenze e la delicatezza dei gusti nonostante la presenza di pancetta e pecorino.

A chiudere la Colomba dei Maestri pasticcieri Lello e Gianfranco Romano del Gran Caffè Romano di Solofra, storica Pasticceria dagli anni ‘50

Il Maestro Romano al servizio
Il Maestro Romano al servizio

Colomba Sacher e la classica per chi è rimasto fino alla fine.

Colomba Bellini pesca e prosecco
Colomba Bellini pesca e prosecco

È stato bello, buono, divertente e anche pazzo.

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Daniele Gourmet

Viale Italia 233 – 83100 – Avellino

Tel. 0825 33451

Aperto tutti i giorni a pranzo e cena, la domenica solo a cena

 

 

Autore

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    Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori. Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo. Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta. Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito. Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.

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