Già vincitrice del Basque Culinary World Prize 2017 per la fondazione Funleo, no profit creata con la figlia Laura Hernández-Espinosa, Leonor Espinosa, o semplicemente Leo – come recita l’insegna del suo ristorante di Bogotà – è la miglior chef donna 2022 per la World’s 50 Best Restaurants.
L’esordio del premio, molto contestato, per quell’idea di quote rosa che fa storcere il naso a molti, è stato con Nadia Santini, seguita da Helena Rizzo, Hélène Darroze, Dominque Crenn, Ana Roš, Clare Smyth e Daniela Soto-Innes, fino a Pia Léon nel 2021. Quest’anno è Leonor, il volto più noto della cucina colombiana, ad assicurarsi il premio. Classe 1963, originaria di Cartago e titolare del ristorante Leo a Bogotà, Leonor è stata la prima chef del suo paese a entrare nella The World’s 50 Best Restaurants – nel 2019 – scalando la classifica fino alla posizione n. 46 nell’edizione 2021, mentre è presente già da 8 edizioni nella Latin America’s 50 Best Restaurants. “Leonor Espinosa è una chef autodidatta che unisce all’innovazione culinaria un’ampia ricerca scientifica, ed è diventata una delle chef latinoamericane più iconiche della sua generazione, difendendo come nessun altro la biodiversità del suo Paese e la sua diversità culturale” commenta così il premio William Drew, direttore dei contenuti per i 50 Best.
Leonor Espinosa è la miglior chef donna del 2022: attivista, Espinosa è il nome più in vista del suo paese, anche per l’impegno per le comunità indigene. Con la fondazione Funleo continua a studiare, recuperare e sostenere tradizioni e prodotti autoctoni colombiani, promuovendo diritto al cibo e sovranità alimentare, ma soprattutto sviluppando un’economia rurale a difesa della biodiversità che possa essere una alternativa alla criminalità legata al narcotraffico. Un impegno che al ristorante si traduce nella valorizzazione di ingredienti autoctoni, decisamente insoliti per chi non è abituato a frequentare alcune parti del mondo: formiche giganti, vermi mojojoy, pelle e lingua del pesce piracurú amazzonico e mucillagine di cacao Tayrona. Un patrimonio alimentare inserito in un contesto di alta cucina contemporanea, secondo una filosofia chiamata Ciclo-Bioma, chiave di volta per scrivere i canoni della cucina colombiana moderna, come già hanno fatto prima di lei, in altre regioni del sud del mondo, chef quali Alex Atala, Virgilio Martine e Gaston Acurio. Dopo la pandemia Leo ha riaperto in una nuova sede nel quartiere di Chapinero, in un progetto che riunisce fine dining e casual dining: da una parte ristorante creativo curato da Leonor, dall’altra la versione più informale curata da Laura in cui trovare anche la linea di liquori e cocktail che seguono la stessa filosofia che valorizza materie prime e tecniche locali.
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