Lo Stappo: Achille 2020 case Corini
- Fabio Riccio
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Lo Stappo: Achille 2020 case Corini
Un vino che incanta i sensi e sfida le convenzioni
In un panorama enologico sempre più omologato, l’Achille 2020 di Case Corini si distingue per la sua complessità e la sua capacità di emozionare. Questo blend di Barbera e Nebbiolo, prodotto da un’azienda che antepone la qualità alla quantità, rappresenta una vera e propria scoperta per gli appassionati di vino alla ricerca di esperienze uniche.
Un profilo sensoriale avvolgente
Il colore rosso rubino intenso, con riflessi granati, preannuncia un vino di corpo.
Al naso, un bouquet complesso e avvolgente, che spazia dalle note fruttate di mirtillo e ribes a quelle più speziate di tabacco e rabarbaro, il tutto su un fondo di sottobosco. In bocca, la struttura è solida, i tannini eleganti e la persistenza lunga, lasciando un piacevole retrogusto di frutta matura e spezie.
Un vino naturale, ma non solo
L’Achille 2020 è prodotto secondo i principi dell’agricoltura biologica e di una vinificazione naturale, ma senza rinunciare a una grande tecnica. Questo equilibrio tra tradizione e innovazione si traduce in un vino che esprime al meglio il terroir piemontese, con un carattere unico e inconfondibile.
Perché “bello”?
L’autore dell’articolo utilizza l’aggettivo “bello” per descrivere questo vino non solo per le sue caratteristiche organolettiche, ma anche per l’emozione che suscita. L’Achille 2020 è un vino che va oltre la semplice degustazione, è un’esperienza sensoriale completa che coinvolge tutti i sensi.
Un invito alla scoperta
In un mondo del vino sempre più standardizzato, l’Achille 2020 rappresenta una boccata d’aria fresca. Un invito a scoprire i piccoli produttori, a valorizzare i vitigni autoctoni e a riscoprire il piacere di un vino fatto con passione e rispetto per la natura.
L’Achille 2020 di Case Corini è un vino che merita di essere scoperto e apprezzato. Un rosso piemontese che, grazie alla sua complessità e al suo carattere unico, è destinato a conquistare anche i palati più esigenti.
Interessato da più di venti anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale. Dal lontano 1998 collabora come autore alla guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, ha scritto sulla guida Le tavole della birra de l’Espresso, ha collaborato a diverse edizioni della guida Osterie d’Italia di Slow Food, ha scritto su Diario della settimana, su L’Espresso e su Cucina a sud. Scrive sulla rivista il Cuoco (organo ufficiale della federazione cuochi). Membro di molte giurie di concorsi enogastronomici. Ideatore e autore del sito www.gastrodelirio.it