E’ basato sul presupposto che entrambe le parti si atterranno alla parola data sul proprio onore in quanto, a differenza di un contratto formale, il gentlemen’s agreement non può essere difeso giudizialmente.
In parole povere, io produttore ti assicuro che il vino lo faccio “naturale”, e tu consumatore ti fidi.
Tralasciando qualche mela marcia che anche nel mondo del naturale inizia a fare capolino, è un patto che funziona, proprio come in questo caso con il Bezigon & Co di Jean Christophe Garnier, uno Chenin blanc in purezza che lascia davvero il segno, frutto di due eterogenee parcelle di terreno nella Loira.
Giallo quasi dorato in calice a dispetto delle luci balorde, al naso parte con chiare ma sommesse note di miele, lavanda, ginestre e di fiori di campo.
Con l’evoluzione, sottotraccia si intrufolano refoli di frutta matura, mela cotogna e paglia, secondo alcuni segni distintivi degli Chenin della Loira che, come i loro confratelli sparsi per il mondo, sono assai precoci e per questo da maneggiare con cura…
Il finale è lungo e indiscutibilmente piacevole.
Altra frutta, questa volta tropicale bussa alla porta, e lingua e palato finiscono per danzare tra le note verdi e acide che stuzzicano e movimentano l’insieme.
Non da sminuire i piacevoli cenni ossidativi, ben integrati nella trama sensoriale di questo vino che, sorpresa finale, finiscono per andare a braccetto con dei cenni di anice spuntati da chissà dove…
In cantina e in vigna nessuna aggiunta di nulla, solo il “buon manico” e l’esperienza di chi lo fa…
Un vino praticamente “nudo”, dove i lieviti sono rigidamente indigeni, e quel minimo di tecnologia assolutamente non invasiva e cosmetica serve solo a non correre il rischio di buttar via il tutto anzitempo, senza traccia alcuna delle tante enoporcate ammesse per legge, purtroppo anche oltralpe.
In definitiva, nonostante l’apparente linearità che rende il Bezigon & Co 2019 godibile e accessibile a chiunque, siamo di fronte a un qualcosa che non merita assolutamente un consumo frettoloso e distratto.
Il gran bagaglio di stimoli sensoriali, soprattutto quelli sottotraccia, e le emozioni ben articolate che sfoggia già ora, credo siano foriere a qualche anno ancora di invecchiamento.
Però, prima di servirlo, occhio alla temperatura, perché a dispetto di certi sacri canoni dell’enologia, il meglio qui si esprime sui 15° – 16°!
Provare per credere….
Garnier Jean-Christophe
Rue du Val d’Hyrome,
49750 Val-du-Layon – France
Tel. +33 241789028
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