Lo stappo: Crozes Hermitage Domaine Alain Graillot 2019

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Quando si parla di uve internazionali la mente vola direttamente alle rappresentanti del bordeaux, quei cabernet e merlot che tanto sono usati in tutto il mondo, ma ci dimentichiamo spesso di una grande uva il syrah, che merita invece di essere menzionata più spesso.

Una lotta impari quella tra la valle del Rodano e le più blasonate Borgogna e Bordeaux, una lotta che Alain Graillot porta avanti dagli anni ottanta.

Lasciato il lavoro come ingegnere agroalimentare si dedica alla coltivazione della vite nella valle natale, più precisamente nella pianura della Roche-de-Glun nella AOC del Crozes Hermitage, zona rinomata per la produzione di syrah e viognier.

La passione per il vino e la natura è palpabile e traspare dai prodotti di Graillot che oscillano come un pendolo tra innovazione e tradizione; tradizionale è la coltivazione della vigna con una maniacale attenzione alla natura e ai classici impianti a guyot, innovativa è la vinificazione che avviene con graspo intero, con macerazioni lunghe e affinamenti in barrique esauste.

Ne scaturisce un vino pulito, elegante e di grande impatto olfattivo, dimenticate le spremute di pepe che siamo abituati a bere quando parliamo di syrah, qui la spezia è delicata e avvolgente, il pepe esiste ma non sovrasta, come in cucina è solo un esaltatore di profumi e sapori; sono i frutti rossi e le note di minerale che la fanno da padrona.

Un vino invitante, essenziale nella sua disarmante bevibilità, ma di grande profondità ed estrema piacevolezza.

 

Cos’altro dire…… #lanostravitaèincredibile

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