Lo stappo: Emily Musella 2021
- Stefano Cengiarotti Malini
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Lo stappo: Emily Musella 2021
La Valpolicella che posto incantevole, terra di grandi vini rossi, di tradizione ed in parte di innovazione.
ma se vi dicessi che i vini che più mi colpiscono di queata regione stupenda ormai sono solo i vini non rossi?
Ebbene sì, trovo ormai più soddisfazione nell’assaggio di vini che con la Valpolicella hanno ben poco da spartire, ma che da questa terra hanno molto da prendere.
Questo è il caso di Emily della cantina Musella, uno Chardonnay che più di molti vini della doc parla della Valpolicella stessa.
Come sempre un piccolo accenno alla cantina (anche perché del territorio ne abbiamo già parlato approfonditamente in https://www.ditestaedigola.com/lo-stappo-bianco-del-casal-ca-la-bionda-2019/ questo articolo e in https://www.ditestaedigola.com/lo-stappo-amarone-della-valpolicella-classico-santurbano-2017-speri/ quest’ altro).
Tenuta storica del 1500, la struttura Musella sviluppa la sua cantina in una cascina ristrutturata una volta adibita a granaio.
25 sono gli ettari vitati intramezzati da molti spazi boschivi, caratteristiche che fa del territorio Musella un unicum in tutta la valle che divine Montorio dalla zona della val d’Illasi zona dove inizia ufficialmente la Valpolicella allargata.
Di proprietà della famiglia pasqua dal 1995, è solo nel 2009 che Musella vede il coronamento di quello che era il progetto di Maddalena, figlia di Emilio proprietario della cantina.
Infatti è dall’annata 2009 che tutti i vini Musella rientrano nella certificazione Demeter unendosi così definitivamente a quel gruppo di produttori che fa della biodinamica il suo marchio di fabbrica.
Un progetto portato avanti con grande dedizione, che negli anni ha dimostrato come la qualità dei prodotti così ottenuti sia decisamente alta, ma, e soprattutto rispettosa.
Andate a trovarli la visita è entusiasmante la tenuta è incredibile e i vini sono davvero interessanti.
Tuttavia Maddalena ha dato il suo meglio.
Per il mio modesto parere, con Emily, un rifermentato di Chardonnay che è emblema di tutto il lavoro svolto in cantina e del territorio da cui nasce.
Da super amante delle bollicine Maddalena si rende subito conto che alcuni terreni di cui dispone sono molto adatti alla produzione di bollicine.
Tra questi ne seleziona una piccola parte solo 0,3 ettari che utilizzerà per la produzione di Chardonnay da spumantizzare, e qui nasce il dilemma, da spumantizzare come?
Ma sembra ovvio in metodo ancestrale, una tecnica di rifermentazione che semplifica quella del metodo classico e che utilizza meno lieviti e zuccheri nella rifermentazione in bottiglia, ma non svolgendo la sboccatira tipica del metodo champenois.
Ne deriva un vino ricco di acidità con un pH molto basso.
Ma con una bollicina finissima e con sentori di Chardonnay maturo e avvolgente, una bollicina che sa di Valpolicella molto più dei Valpolicella.
Fresca e scarica come la corvina, fragrante e fruttata come il corvinone, piena e profonda come la rondinella.
Una bollicina seria che si esprime a pieno in aperitivo o in abbinamento con una zuppa di pesce.
Ma che da il suo meglio con una rosetta con la mortadella a metà mattina.
Cos’altro dire…
#lanostravitaèincredibile
Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano.
Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora.
Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja.
Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.