Lo stappo: Emily Musella 2021
Lo stappo: Emily Musella 2021
La Valpolicella che posto incantevole, terra di grandi vini rossi, di tradizione ed in parte di innovazione.
ma se vi dicessi che i vini che più mi colpiscono di queata regione stupenda ormai sono solo i vini non rossi?
Ebbene sì, trovo ormai più soddisfazione nell’assaggio di vini che con la Valpolicella hanno ben poco da spartire, ma che da questa terra hanno molto da prendere.
Come sempre un piccolo accenno alla cantina (anche perché del territorio ne abbiamo già parlato approfonditamente in https://www.ditestaedigola.com/lo-stappo-bianco-del-casal-ca-la-bionda-2019/ questo articolo e in https://www.ditestaedigola.com/lo-stappo-amarone-della-valpolicella-classico-santurbano-2017-speri/ quest’ altro).
Tenuta storica del 1500, la struttura Musella sviluppa la sua cantina in una cascina ristrutturata una volta adibita a granaio.
Di proprietà della famiglia pasqua dal 1995, è solo nel 2009 che Musella vede il coronamento di quello che era il progetto di Maddalena, figlia di Emilio proprietario della cantina.
Infatti è dall’annata 2009 che tutti i vini Musella rientrano nella certificazione Demeter unendosi così definitivamente a quel gruppo di produttori che fa della biodinamica il suo marchio di fabbrica.
Un progetto portato avanti con grande dedizione, che negli anni ha dimostrato come la qualità dei prodotti così ottenuti sia decisamente alta, ma, e soprattutto rispettosa.
Andate a trovarli la visita è entusiasmante la tenuta è incredibile e i vini sono davvero interessanti.
Tuttavia Maddalena ha dato il suo meglio.
Per il mio modesto parere, con Emily, un rifermentato di Chardonnay che è emblema di tutto il lavoro svolto in cantina e del territorio da cui nasce.
Da super amante delle bollicine Maddalena si rende subito conto che alcuni terreni di cui dispone sono molto adatti alla produzione di bollicine.
Tra questi ne seleziona una piccola parte solo 0,3 ettari che utilizzerà per la produzione di Chardonnay da spumantizzare, e qui nasce il dilemma, da spumantizzare come?
Ma sembra ovvio in metodo ancestrale, una tecnica di rifermentazione che semplifica quella del metodo classico e che utilizza meno lieviti e zuccheri nella rifermentazione in bottiglia, ma non svolgendo la sboccatira tipica del metodo champenois.
Ne deriva un vino ricco di acidità con un pH molto basso.
Ma con una bollicina finissima e con sentori di Chardonnay maturo e avvolgente, una bollicina che sa di Valpolicella molto più dei Valpolicella.
Una bollicina seria che si esprime a pieno in aperitivo o in abbinamento con una zuppa di pesce.
Ma che da il suo meglio con una rosetta con la mortadella a metà mattina.
Cos’altro dire…
#lanostravitaèincredibile
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