Lo stappo: Franciacorta Saten 2018 Monte Alto
- Stefano Cengiarotti Malini
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La bollicina italiana è sempre stata divisa tra metodo Martinotti¹ e metodo classico²; se il prosecco è l’emblema del primo, il secondo ha molte espressioni importanti dal Trento DOC alla Franciacorta dall’ Oltrepò pavese all’Alta langa.
Vorrei iniziare da quella che sicuramente in Italia è la zona più conosciuta per la produzione di metodo classico, quindi andiamo ad Iseo in provincia di Brescia da Alberto Tribbia della cantina Monte Alto.
La Franciacorta è la culla del metodo classico italiano, una zona produttiva di origine morenica³ che grazie alla sua varietà di suoli permette di avere diverse espressioni di bollicine pur partendo da quei vitigni internazionali, che sono il pinot nero lo chardonnay e il pinot bianco, i quali fanno del metodo classico il re degli spumanti del mondo.
È qui che Alberto nel 2014 decide di intraprendere la sua avventura enologica, su quel Monte alto da cui la sua azienda prende il nome, collina morenica situata nella zona settentrionale della denominazione.
Innamorato del pinot nero decide di farsi portavoce del Franciacorta blanc de noir, così negli ultimi anni espianta le poche vigne di chardonnay che possedeva, tuttavia oggi vi parlerò proprio del suo saten⁴, esperimento che si sviluppa per il momento in sole tre annate ’16, ’17, ’18.
Un vino elegante mai sopra le righe, sinuoso e avvolgente, ma che non dimentica l’acidità e la freschezza è di fatto a tutti gli effetti un dosaggio zero.
Al naso è verticale ricco di note di fragranza legate tuttavia ai frutti gialli pera e mela o ai fiori bianchi come quelli d’arancio o di camomilla, non si dimentica però di dirci da dove viene, sentiamo infatti una leggera nota erbacea molto fresca che tende quasi alla mineralità.
Il palato è la degna continuazione dell’olfatto, l’ingresso è vibrante, il centro bocca quasi salato e il retronasale avvolge il tutto riportandoci alla frutta che apprezzavamo all’inizio.
Un vino a tutto tondo che esprime al meglio la filosofia di Alberto, cioè la continua ricerca della bevibilità e dell’eleganza.
Cos’altro dire…… #lanostravitaèincredibile
NOTE:
1 metodo Martinotti: metodo di produzione di spumanti che utilizza per la seconda fermentazione, quella atta alla formazione dell’anidride carbonica, un’ autoclave in acciaio.
2 metodo classico: metodo di produzione di spumanti che utilizza come contenitore per la seconda fermentazione la bottiglia di vetro.
3 morenica: si parla di conformazione morenica quando ci si riferisce a suoli che si sono formati dopo lo spostamento di uno o più ghiacciai che hanno portato verso valle una serie molto eterogenea di suoli amalgamandoli insieme formando un nuovo terreno sommatoria di tutti quelli spostati dal ghiacciaio stesso.
4 saten: una DOCG ulteriore della denominazione Franciacorta caratterizzata dall’utilizzo di sole uve bianche per la produzione, quali chardonnay e pinot bianco, e da una pressione interna alla bottiglia inferiore a quelle standard del metodo classico (si parla di 4,5 bar contro le classiche 6 bar di pressione interna)
Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano.
Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora.
Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja.
Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.