Lo stappo: GR3 Passito Insolente 2018
Se vi dicessi che uno dei miei vini dell’anno l’ho bevuto pochi giorni fa? Se vi dicessi che è un vino di soave? Se vi dicessi che è passito?
(Probabilmente non vi importerebbe molto)
Per me è quasi allucinante pensare a questo, perdermi nelle note di muffa di questo capolavoro è stato incredibile.
Come al solito facciamo un piccolo excursus su zona e produttore.
A est di Verona si sviluppa una zona produttiva legata allo zolfo, ai suoli vulcanici e alle dolci colline pré lessiniche, un territorio variegato che fa della diversità di suolo la sua forza, ma che negli anni si è veduta al profitto dimenticandosi della qualità.
Un piccolo paradiso dove vento, pendenze dolci, zolfo e calcare trovano il connubio perfetto per dare vita a vini a base garganega; un’uva autoctona che ricorda il trebbiano ed in parte il Verdicchio, ma che da questo differisce per una spiccata nota mandorlata.
È in questo ambiente che Luca Elettri e i figli decidono di dare vita al loro progetto familiare.
Situata a Monteforte d’Alpone l’azienda prende vita portando a compimento le potenzialità dei vigneti di proprietà, che nelle 2 generazioni precedenti venivano vendemmiati e conferiti alla cantina sociale.
È dalla storicità delle vigne tutte in media di 50 anni che Luca e i figli traggono il maggiore beneficio, l’esperienza anche quella delle piante paga sempre.
L’idea è quella di promuovere il territorio a tutto tondo producendo svariate tipologie di vino, dai rifermentati ai metodi classici, passando per bianchi fermi e rossi di grande bevibilità, ma a mio modesto parere il loro apice lo toccano con il loro passito Gr3.
Lasciamo stare il metodo di produzione (alla fine è nulla di più che un recioto), qui ci interessa il risultato.
Lo so siamo ad aprile, ma devo dire che ho già trovato una bevuta da podio.
Cos’altro dire…
#lanostravitaèincredibile
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