Lo Stappo: il Bianco Nevi Antolini
- Fabio Riccio
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Lo Stappo: il Bianco Nevi Antolini
A Roma, durante una delle più stimolanti kermesse dedicate ai giovani chef italiani, l’eccellenza enogastronomica è stata al centro della scena, e tra piatti stellati e calici di vino è emersa una piacevole scoperta: il Bianco Nevi Antolini, un Trebbiano toscano dalle campagne di Montefiascone, in Tuscia, che ha conquistato la giuria per la sua autenticità e carattere distintivo.
L’evento ha mostrato l’energia e il talento delle giovani leve in cucina, dimostrando che il futuro della gastronomia italiana è in ottime mani.
Tuttavia, l’evento non è stato solo un tripudio di sapori in cucina: i calici di vino hanno completato l’esperienza, offrendo un viaggio gustativo attraverso il meglio della produzione vinicola nazionale.
La partecipazione di numerosi sponsor del mondo del vino ha evidenziato l’importanza della tradizione enologica italiana, pur rivelando alcune omologazioni che, sebbene tecnicamente perfette, risultano spesso prive di anima.
Nell’angolo più discreto della sala, però, è spuntato un vero tesoro vinicolo: il Bianco Nevi Antolini.
Questo Trebbiano toscano in purezza, prodotto senza filtrazioni, stabilizzazioni o additivi, con fermentazione spontanea e solo un pizzico di SO2 se necessario, è un omaggio al vino naturale.
Nonostante l’assenza di certificazioni ufficiali, questo vino porta in sé tutta l’autenticità e l’onestà della produzione artigianale.
La sua complessità aromatica, con note floreali e una spiccata acidità, lo rende un vino che brilla per freschezza e bevibilità, offrendo una struttura snella e bilanciata.
Il Bianco Nevi Antolini non rivoluzionerà l’enologia, ma rappresenta tutto ciò che di buono e vero un Trebbiano toscano dovrebbe avere.
Il corpo è leggero, la persistenza è piacevole, e il bouquet offre un intreccio armonioso di sapori fruttati e floreali.
In un panorama spesso omologato, questo vino rappresenta una vera e propria boccata d’aria fresca, dimostrando che dietro a ogni calice può esserci un’idea forte, nata dal lavoro e dalla passione.
Se vi capita di imbattervi in questo vino, assaggiatelo: è un’espressione di bellezza e verità, un’opera prima che lascia intravedere un futuro promettente per i vini naturali italiani.
Interessato da più di venti anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale. Dal lontano 1998 collabora come autore alla guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, ha scritto sulla guida Le tavole della birra de l’Espresso, ha collaborato a diverse edizioni della guida Osterie d’Italia di Slow Food, ha scritto su Diario della settimana, su L’Espresso e su Cucina a sud. Scrive sulla rivista il Cuoco (organo ufficiale della federazione cuochi). Membro di molte giurie di concorsi enogastronomici. Ideatore e autore del sito www.gastrodelirio.it