Lo stappo: La Massa Toscana IGT Tenuta La Massa 2017
- Stefano Cengiarotti Malini
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Oggi mi sento di dover rimanere in Toscana e precisamente in quel Chianti di cui abbiamo parlato poche settimane fa.
Tuttavia vorrei soffermarmi su quello che è stato un progetto ambizioso messo in atto da alcuni produttori del territorio; parliamo oggi di quella toscana internazionale che ha spaccato il mercato con i suoi super tuscan.
Quando parliamo di vitigni internazionali in Toscana la nostra mente vola a quel viale e a quei cipressi che sono il simbolo di Bolgheri; ma dovremmo essere più oggettivi e dovremmo ricordarci che molti, tanti, troppi dei super tuscan nascono nella zona del Chianti vicino a Firenze, partendo dal rinomato Tignanello, passando per l’elegante Cepparello di Isole e Olena, fino ad arrivare al sorprendente Giorgio I.
È proprio del fratello più piccolo di Giorgio I che vi vorrei parlare oggi, ma prima è obbligatorio accennare a colui che di questi vini è il padre: Giampaolo Motta.
Su una cosa sono sicuro, che se voglio vedere Giampaolo mi basta andare alla bottega del vino durante il periodo del Vinitaly e sarà sicuramente in sala centrale a tenere banco con gli amici produttori, sempre disponibile a scambiare due parole con gli avventori; una persona esuberante, gentile, elegante e sincera, tutte caratteristiche che ritroviamo nei suoi vini.
Nel 1992 Giampaolo rileva la Tenuta La Massa ed inizia un lungo percorso di rigenerazione dei vigneti, di studio dei terreni e di accortezza enologica; da questo progetto scaturiscono dei vini che sono ormai entrati nell’emporio dei grandi di Toscana e di Italia.
La Massa ’17 è un vino che bene rappresenta l’annata calda, un vino di morbidezza e avvolgenza che non dimentica le acidità sia tanniche che varietali.
Siamo di fronte ad un blend di Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Alicante, un assemblaggio che mischia bene l’internazionalità di alcuni vitigni con la nazionalità del sangiovese e dei sui territori.
La cosa che stupisce è che assaporando questo rosso ti sembra di farlo con Giampaolo tante sono le cose il bicchiere ti racconta, partendo dall’esuberanza del territorio del Chianti, passando per l’eleganza e la gentilezza dei vitigni internazionali arrivando alla sincerità di un sangiovese che sa di passione.
Cos’altro dire…… #lanostravitaèincredibile
Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano.
Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora.
Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja.
Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.