Lo stappo: Lambrusco di Sorbara Per Franco Cantina Bergianti

lambrusco

Oggi sfatiamo un po’ di miti insediati nella testa delle persone come assolute realtà, oggi parliamo di lambrusco.

Segregato a mero vino da “tavola” (in termine dispregiativo, non con l’accezione di denominazione) considerato alla stregua di una bibita, per anni snobbato e denigrato: il lambrusco, soprattutto nella varietà di Sorbara, ha tutte queste caratteristiche, ma da considerare in accettazione più che positiva.

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In provincia di Modena sorge una cantina che ha fatto della tradizione e del rispetto della natura il suo punto fermo, la sua bandiera e la sua ragion d’essere: tra le piane emiliane Gianluca Bergianti spicca come il produttore più interessante nel panorama dei rifermentati a base lambrusco.

Sono solo 4 gli ettari vitati dell’azienda, ma la gestione della vite, oculata e a bassissimo impatto ambientale, permette la produzione di vini eleganti e dalla spiccata acidità.

Avevo detto che avremmo sfatato qualche mito…

Il primo è sicuramente che in pianura non cresca uva di qualità; Gianluca riesce nell’impossibile, o meglio esalta il complicato: non utilizzando irrigazione aiuta la vigna a sviluppare l’apparato radicale, permettendo così alla vite di raccogliere sostanze nutritive più ricche, e ricercando la biodiversità esalta l’equilibrio dell’ecosistema e la salute della vite, creando così i presupposti per raccogliere uva di grande qualità.

Il secondo è il riportare il lambrusco alle origini alla sua convivialità, alla leggerezza, all’essere un vino da tavola, ma creando un vino che fa dell’eleganza e della finezza il suo punto forte.

“Per Franco” è tutto quello che ci aspettiamo da un lambrusco, è un vino da tavola, ma quelle tavole allegre dove ci divertiamo a bere e a bere bene, è una bibita nel senso che come una bibita si beve volentieri e velocemente, è un vino per tutti che di snob non ha nulla, ma che agli snob spiega cosa vuol dire bere un grande vino.

 

Cos’altro dire…… #lanostravitaèincredibile

Autore

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    Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano. Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora. Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja. Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.

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