Lo stappo: Langhe DOC Freisa Alla mia gioia Piero Benevelli 2020

freisa

Sì lo so non è il vitigno più nobile, sì lo so non è il vino che i collezionisti si strappano dalle mani e sì lo so in langa fanno cose più iconiche, ma voi lo sapete quanta gioia da un calice fresco di questo vino in un’estate calda come questa?

Siamo a Monforte d’Alba, uno dei comuni atti a Barolo, forse uno dei più iconici, qui Massimo supportato dalla moglie Denise, dai due figli Eleonora e Pier e soprattutto dalla madre, porta avanti la cantina di famiglia producendo vini che rappresentano a pieno territorio, passione e convivialità.

Sono molti i prodotti di pregio della famiglia Benevelli, dalla fresca barbera “bricco del pilone” all’austero Barolo “Ravera di Monforte”, passando per l’esuberante Langhe nebbiolo e il morbido Barolo “mosconi”; ma la freisa è l’anima pulsante di quest’azienda.

Dedicato alla madre di Massimo, chiamata da Piero “gioia”, la freisa esprime a pieno l’essenza di questa famiglia, briosa e fresca, spensierata e accogliente, un vino per ogni occasione, ma che si esprime al massimo in compagnia.

Una leggerissima bollicina, data da una rifermentazione naturale (non si parla di metodi classici o ancestrali) estiva, rende il vino leggero e scorrevole, l’acidità aiuta la bevibilità e la struttura composta si presta al servizio a “freddo”, diciamo tra i 10 e i 12 gradi.

Un vino che esprime a pieno il suo nome, un vino che mette gioia e che evoca ricordi di domeniche a pranzo con la famiglia, da quella nonna che per tutti è “gioia”.

 

Cos’altro dire…… #lanostravitaèincredibile

Autore

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    Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano. Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora. Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja. Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.

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