Lo Stappo: Limes Pinot Bianco Ignaz Niedrist 2002

Lo Stappo: Limes Pinot Bianco Ignaz Niedrist 2002

Lo Stappo: Limes Pinot Bianco Ignaz Niedrist 2002

Oggi parliamo di un’istituzione del vino, un’azienda che ha fatto, fa e farà la storia dell’enologia Italiana.

Oggi parliamo di Ignaz Niedrist, del “anziano” Ignaz.

Azienda nata circa 200 anni fa, legata al territorio dell’Alto Adige e più precisamente alla via del vino di Merano.

Storia travagliata quella dei Niedrist, che si ritrovarono dopo il 1922 a sviluppare la propria azienda in un altro stato, che furono costretti ad interrompere la produzione di vino negli anni della seconda guerra mondiale e che dovettero rinunciare a parte dei terreni alla fine della stessa; una storia però che parla di rivalsa di determinazione e di dedizione al lavoro, solo nel 1989 Ignaz riesce con l’aiuto di Elisabeth ad ampliare i possedimenti aziendali ravvivando la produzione di vino della fattoria.

Attenzione alla natura, ai terreni e alla pulizia, un’azienda che sembra gestita dalle carte della regina di Fiori (di alice nel paese delle meraviglie), ed è infatti una meraviglia girare nei loro vigneti.

Da questo scaturisce un vino figlio dei terreni, dell’ argilla, del tufo e del calcare basi geologiche delle Alpi di Merano, e allo stesso tempo espressione di una cultura vinicola che punta all’ espressività nel bicchiere.

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Questo Pinot Bianco è frutta bianca leggermente acerba, banana verde, pera Williams e mela a pasta gialla tutto sorretto da note di spezie dolci come noce moscata e chiodi di garofano, la parte dei fiori è legata alla zagara (fiore d’arancio) e alla camomilla.

Sentori di pietra focaia si uniscono a note salate molto spiccate soprattutto dopo aver deglutito.

Un vino che come sempre sa di gioia, di convivialità e amicizia.

Cos’altro dire…

#lanostravitaèincredibile

Autore

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    Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano. Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora. Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja. Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.

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