Lo Stappo: quando due chiacchiere valgono più di mille assaggi
- Stefano Cengiarotti Malini
- Ti potrebbe interessare Autori, Lo Stappo
Lo Stappo: quando due chiacchiere valgono più di mille assaggi
Per capire la storia di una persona bisogna parlarci, per capire le sue idee bisogna parlarci più volte.
Ma per comprendere appieno la sua filosofia bisogna farci due chiacchiere, perché è nei momenti di rilassamento che ci apriamo più agli altri.
Voglio raccontarvi dell’ ultima volta che sono andato a trovare Elio Sandri di Cascina Disa a Perno, frazione di Monforte d’Alba nel cuore del Barolo.
Come spesso accade mi sono preso per tempo e, al posto di chiamare 2 o 3 giorni prima, ho chiamato con largo anticipo la mattina stessa, dalla macchina, prima di andare a pranzo a la Morra; ma con Elio o fai così o ti palesi con 3 mesi di anticipo.
Fortuna volle che fosse libero nel pomeriggio, quindi bottiglia di champagne sotto braccio mi sono diretto in cantina (mai presentarsi a mani vuote in Cascina Disa, potreste perdervi momenti importanti di condivisione davanti alla vostra bottiglia).
Le aspettative sono state più che soddisfatte, non tanto per i vini, che sono sublimi, ma per ciò che da quell’incontro è scaturito.
Finalmente dopo tanti incontri, tanti assaggi e tante serate ho capito cosa vuol dire per Elio fare vino e diciamocelo non era difficile capirlo.
Al netto dei suoi approcci tecnici, agronomi ed enologici Elio fa vini perché siano bevuti, fa vini per creare convivialità e soprattutto fa vini per farti ricordare che alla fine stiamo parlando di una bevanda e non di salvare il mondo.
In bottaia è iconico il suo piano cartesiano dove ti racconta perché il suo vino ha bisogno di più o meno tempo in botte a seconda dell’annata e di come quello stesso vino abbia bisogno di più o meno tempo in bottiglia a seconda di come il vitigno si deve esprimere.
Ma la cosa che più ti impressiona è la passione con cui ti fa assaggiare tutte le botti*
La gioia che prova nel farti degustare decine di bottiglie aperte da giorni, settimana addirittura mesi spiegandoti poi le differenze di evoluzione tra una e l’altra bottiglia.
Quando entri in quella bottaia assisti ad una masterclass di passione, ma è dopo, davanti allo champagne che non ti sei dimenticato di portare, che avviene la vera magia.
Qui Elio si sbottona e dopo essersi accomodato inizia a chiacchierare di tutto quello che è il suo mondo, dalla vigna all’economia, dalla chimica di cantina alla cucina della ristorazione, dalla scelta delle bottiglie al servizio di sale.
Quell’ultima volta il mio modo di pensare alla ristorazione si è consolidato, Elio gira tutto il mondo pur facendo poco meno di 35 mila bottiglie l’anno, ma il suo vino ce lo strappiamo dalle mani da anni e lui vuole sapere dove viene venduto ed in che modo.
Quindi va a vedere; ed è nei suoi viaggi che ha scoperto che lui ricerca i vecchi osti (non in termini anagrafici) quegli addetti alla sala che vivono per farti stare a casa, quelle persone che fanno tutto per la passione e per trasmetterla e non sopporta più chi esalta il tecnicismo fine a se stesso dimenticando che alla fine stiamo parlando semplicemente di bere e mangiare.
Io 2 cose ho da dirvi di Elio (forse 3); ha ragione e mai come ora il mercato ce lo sta insegnando, punendo chi fa troppo male e chi fa troppo asettico; che dovete andare a trovarlo, solo lui vale un viaggio in Piemonte (non dimenticatevi di portare qualcosa da bere).
Ed ultimo, ma non per importanza, cercate, comprate e bevete i suoi vini, se mai doveste riuscirci vi renderete conto che ne è valsa la pena.
Cos’altro dire…
#lanostravitaèincredibile
*Termine utilizzato per gli assaggi dei vini che stanno ancora maturando nei contenitori di affinamento siano essi botti in legno, autoclavi in acciaio, vasche di cemento o altro.
Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano.
Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora.
Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja.
Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.