Lo Stappo: Rosso di Montalcino le chiuse 2021
Lo Stappo: Rosso di Montalcino le chiuse 2021
Proseguiamo con le opinioni non condivise, oggi parliamo di Toscana, o meglio DI TOSCANA, ma in termini diversi, affermando che il miglior vino di Montalcino è il Brun… il Rosso.
Si lo so non siamo d’accordo, ma è facile trovare gioia da un grande Brunello per tutti, per me la gioia è bere un rosso che arrivato al tavolo finisce in fretta.
Prima di parlare della diatriba divaghiamo sulla zona e sul produttore.
Montalcino è una delle 3 zone produttive più iconiche di Italia un territorio che parla di vino da secoli e da anni è il baluardo dell’enologia italiana nel mondo.
A differenza di altre zone di cui abbiamo parlato, come Barbaresco o la Valpolicella, la composizione geologica di Montalcino è molto più complessa e variegata, sono le altitudini che cambiano il terreno, a valle e ad inizio dei pendii si parla di terreni alluvionali molto ricchi di argilla, più si sale sulla collina più il galestro ed l’ alberese appaiono nel terroir componendo terreni più duri e ricchi di minerali quindi decisamente più adatti alla produzione di grandi vini da invecchiamento.
Una collina iconica quella di Montalcino che deve le sue fortune all’impegno di molti produttori, ma su tutti spicca il nome di Clemente Santi progenitore del Brunello alla fine dell’800 e primo a portarlo all’attenzione del mercato internazionale vincendo anche premi importanti a Parigi e a Bordeaux.
La storia de le chiuse è strettamente legata a quella dei Biondi Santi, infatti la tenuta, che era della famosissima famiglia icona del Brunello, viene data in eredità alla figlia di Tancredi Biondi Santi, Fiorella, che lascia la coltivazione delle vigne al fratello Franco.
Adesso che abbiamo un quadro più chiaro almeno della zona vi spiego cosa intendo quando dico che il Rosso di Montalcino sia meglio del Brunello…
Non prendetemi per matto, mi rendo conto della qualità del Brunello, mi rendo conto della sua eleganza e della sua importanza, ma sono in quel periodo dove la complessità mi annoia, l’ opulenza mi è pesante e la pazienza di aspettare che il vino sia pronto è poca.
E quindi?
Quindi la mia gioia sta in vini spudoratamente freschi e verticali, in vini scorrevoli e semplici, in vini che fanno della bevibilità e dell’immediatezza il loro marchio di fabbrica.
Il rosso de Le Chiuse è questo e molto altro, è un vino che potrei annusare per ore, un vino che evolve molto e molto in fretta, un vino che ti permette di goderne anche a temperature basse non snaturandosi, ma esaltando le sue qualità; un vino che ti guardi nel bicchiere ed è finito, ma sei ancora all’antipasto…
Cos’altro dire…
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