Lo stappo: Viña Tondonia Rioja Reserva Lopez de Heredia 2011
- Stefano Cengiarotti Malini
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Nasce tutto da un dubbio, da una scommessa e da un’idea…
Si possono unire due culture diametralmente opposte con un piatto e un vino?
È un lunedì pomeriggio e come tutti i lunedì penso a cosa potrei cucinare, è arrivato il freddo e mi viene voglia di brodo, avrei voglia però anche di ricordare l’estate ed il caldo e quindi?
“Ma se mi facessi il Ramen, è da gennaio che non lo mangiamo” esordisce mia morosa.
“Io avrei voglia di Spagna però” ribatto.
“Vuoi dirmi che non riesci a trovare un vino spagnolo da abbinare al Ramen?”
E così come direbbe Barney Stinson “ la sfida è accettata”.
Penso alla struttura, al tannino, a una storia centenaria da poter raccontare, penso al calore e alla freschezza.
Non poteva essere altro.
Viña Tondonia è a mio modesto parere il riassunto di tutto questo, un vino che nasce da una cantina nata nel 1877, un vino che parla del suo territorio in maniera cristallina, duro ed avvolgente, lungo ed esuberante; un vino che come la Spagna vuole unisce culture lontane e bene si amalgama con esse.
Lopez de Heredia è una realtà che negli anni è diventata portavoce della denominazione Rioja alta, una delle prime 5 cantine fondate nel territorio, forse la migliore cantina per qualità relazionata ai numeri prodotti (parliamo di circa 800.000 litri annui); sicuramente l’icona per noi appassionati che amiamo il vino tutto.
La Rioja si estende a sud di Madrid sull’altipiano centrale spagnolo, territorio di emersione carsica ricco di minerali e marne antiche, in questo terreno duro il tempranillo trova terreno fertile e riesce ad esprimersi nella sua massima complessità bilanciando tannini, acidità e morbidezza creando dei vini che sono rinomati in tutto il mondo per la loro qualità.
Ma perché abbinarlo al Ramen vi starete chiedendo….
Semplicemente perché il salino sposa il tannino, la soia richiama la struttura e la pancia di maiale vuole acidità e quindi perché non un Rioja e perché non il mio Rioja preferito…
Cos’altro dire…… #lanostravitaèincredibile
Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano.
Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora.
Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja.
Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.