La parte meridionale della provincia di Foggia, ora BT, è una bomboniera di biodiversità, un esempio di equilibrio tra prduzione agricola e salubrità dell’ambiente, come dire una riserva di buona salute.
Facendo un passo indietro nella storia, non si puo IGNORARE che sin dall’Unità d’Italia, i nuovi regnanti piemontesi, FRESCHI FRESCHI ED APPENA ARRIVATI, vollero imprimere a quella che era gia da tempo una fonte di ricchezza, nota come “Reali Saline di Barletta,, il proprio marchio di fabbrica Sabaudo.

Di vera ricchezza si tratta; infatti oltre che economica, legata storicamente alla produzione di sale, si pensi a tutto ciò che di immateriale qui si respira….;

il dono dei fanghi e delle cure termali, del grande patrimonio ambientale, della variopinta scala cromatica che qui si ammira e che diventa un toccasana per lo spirito, sarebbero già per questo, una buona ragione per trasferirsi da queste parti.

A tutto vada aggiunto il caleidoscopico orizzonte offerto dalla fauna (sia migratoria che svernante) che porta a popolare la fascia costiera comunale con ben 100 specie di uccelli (popolazione annuale che sfiora le 40.000 unità), dal colore rossastro delle saline (dovuto allo sviluppo di una alga tanto strana quanto affascinante, Dunaliella salina),
dalla crescita del crostaceo Artemia salina, che, ovviamente sarà di colore rosa, e dei magnifici Fenicotteri che cibandosene diventano anch’essi rosa, si direbbe che qui ci troviamo in un panorama incantato tra i più importanti della Nazione e che dal 1977 è divenuto Riserva Naturale Umida Statale* per ben oltre 4000 ettari che, da allora, vennero affidati in cura ai Carabinieri Forestali
“Per un migratore, la distesa brillante di questa grande zona umida (la più estesa dell’Italia centromeridionale) costituisce, anche di notte, un’attrazione irresistibile, uno scalo internazionale obbligato per rifugiarsi e alimentarsi durante voli incredibili dall’Africa fino alle nostre terre, spesso per proseguire ancora fino al Nord Europa o viceversa” (Enzo Cripezzi 2018)

Ove tutto ciò non bastasse, l’agricoltura, in questo stesso paradiso terrestre, compie ulteriori magie…..
In un lembo di terra costituito da arenili sabbiosi compresi tra il Mare Adriatico, da un lato, e le saline, dall’altro, si produce una delle più buone cipolle del mondo (se non la più buona) : la Bianca di Margherita di Savoia.
Pare trovarsi tanto bene in questo scrigno di bellezza ambientale, da esprimere notevoli qualità nutrizionali non disgiunte, al palato, da piacevolezza gustativa in cui tendenza dolce, succulenza e croccantezza, ce la consegnano da usare a piene mani sia cruda nelle insalate che cucinata (arrosto, al forno o cotta in minestre, zuppe e pasticci tipici della cultura alimentare pugliese).
La troviamo agevolmente coltivata anche in comuni limitrofi poichè dotati di medesimo assetto tellurico ed idrico marino, tanto a Barletta, quanto a Manfredonia e Zapponeta**
Assumendo forme variabili secondo il periodo di semina e raccolta apporta, grazie al suo consumo, un prezioso assortimento di bio-marcatori nutrizionali oltre che di pregi gastronomici, esprimendo una elevata presenza di acido ascorbico (20 mg/100 grammi di prodotto fresco), di polifenoli e flavonoidi che la rendono un nutraceutico naturale.
AGRI-CULTURE
Superfluo appare qui parlare dell’alta specializzazione della manodopera utilizzata nella coltivazione di questo prodotto, caratterizzata dalla capacità di effettuare accurate e attente operazioni manuali (raccolta e trebbiatura degli scapi fiorali per il mantenimento degli ecotipi locali, raccolta e selezione dei semenzali, trapianto, impagliatura del terreno, scerbatura, raccolta, lavorazione del prodotto finale, profondità di trapianto adeguata, giusta luminosità ed arieggiamento della coltura) al fine di consentire la protezione del suolo (e della coltura) dalla erosione eolica, lo sviluppo e maturazione della cipolla.
Tale elevata specializzazione che si è tramandata nel tempo e che sussiste intatta ai nostri giorni, permette di esaltare le caratteristiche qualitative, uniche e riconosciute, della“Cipolla bianca di Margherita” ed in particolare la concentrazione degli zuccheri, la tenerezza, la colorazione di bulbi (prevenzione dall’inverdimento), l’uniformità dei bulbi, minore incidenza delle malattie.
Anche le metodiche di lavorazione del prodotto vengono praticate in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e consistono semplicemente nella spazzolatura, calibratura e confezionamento del prodotto. L’assenza di trattamenti post-raccolta assicura la genuinità del prodotto.
UN PO’ DI NUMERI
La produzione di cipolle passa dalle 45 tonnellate/ha per le forme precoci di marzo-aprile, alle 80 tonnellate/ha per le varianti tardive (giugnese/lugliatica).
La superficie investita ammonta a ettari 55 CIRCA per una produzione annuale pari a 3100 Tonnellate (DATO 2020).
Ringraziamenti:
Vorrei porgere i più sentiti ringraziamenti per la collaborazione offerta nel fornire dati e fotografie indispensabili per questo articolo
- Al comandante Claudio Angeloro del Reparto carabinieri biodiversità Foresta Umbra,
- al Sig. Salvatore Giannino per le foto dei fenicotteri;
- al Sig. Salvatore Lanotte per le foto panoramiche,
- al Agr. Ruggiero Piazzolla
- al Consorzio Cipolla Bianca di Margherita di Savoia ed al suo Presidente Pino Castiglione
*L’importanza fu consacrata con il riconoscimento di Zona umida di valore internazionale (1979) ai sensi della convenzione di Ramsar
**(ricordando che da disiplinare IGP è quella coltiavata nei tre comuni di Margherita, Zapponeta e Manfredonia)
Autore
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Nato in Calabria nel marzo del 58 da genitori pugliesi, esercita la professione di Medico Veterinario Igienista (Qualità e Sicurezza Alimentare) presso la ASL BARI come Dirigente Medico Veterinario Area Ispezione e Controllo degli Alimenti di Origine Animale. Laureatosi in Medicina Veterinaria nel 1985, consegue la seconda Laurea in Scienze della Maricoltura ed Igiene dei Prodotti Ittici presso l'UNIBA nel 2007. Esercita per quanto previsto per i medici e veterinari del Servizio Sanitario Nazionale, la libera professione intra moenia ad Altamura a favore di animali d’affezione. Si occupa da sempre di produzione agro alimentare, è stato curatore/relatore per corsi sui formaggi, sulle carni e salumi, oltre referente regionale in Puglia, dal 2007 al 2014, del progetto educativo e di formazione per i docenti del MIUR "Orto in Condotta". Fonda nel 2007 l’Associazione “Il Sogno di Arlecchino_Ricerca e tutela della Biodiversità” che candida alla gestione del progetto pilota “CENTRO STUDI PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’ E DEL TURISMO SOSTENIBILE” ed all’utilizzo di terapie “altre” nel contesto del disagio mentale. Sommelier con diploma AIS , ha collaborato al progetto editoriale dell’A.I.S. Puglia “Messaggi in Bottiglia” e di Slow Food Editore "Extravergine". E’ Iscritto dal 2011, presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, all’Albo Nazionale degli Assaggiatori di Olii di Oliva Vergine ed Extravergine ed è membro effettivo del Gruppo Panel di assaggio olio DOP Terre di Bari, presso la Camera di Commercio di Bari. Impegna la propria competenza istituzionale, per declinare al meglio le tematiche inerenti la produzione agro zootecnica e la valorizzazione dei prodotti di qualità sanitaria, etica e nutrizionale anche in attività extra professionali, attraverso l'organizzazione in ambito Universitario di eventi a carattere scientifico e di aggiornamento professionale; nel 2015 consegue il Master Universitario in Cultura dell'Alimentazione e delle Tradizioni eno gastronomiche, presso l'Università degli Studi UNIROMA 2 di Tor Vergata.Ha governato la Condotta Slow Food delle Murge dal 2010 al 2018
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